Ragazzina investita e multata «Non ha dato la precedenza»
Dopo i danni sono arrivate (com’è nella consuetudine) le beffe, ma la legge (lo insegnavano già duemila anni fa), per quanto dura, è la legge. E la porta che conduce dalla legge al buonsenso è molto stretta e spesso addirittura chiusa.
I fatti, anzitutto. Il 2 marzo scorso era un venerdì. Erano passate da poco le cinque del pomeriggio, quando lo scuolabus che aveva caricato gli alunni della scuola media di Storo si è fermato all’altezza della zona artigianale di Darzo per far scendere una bambina undicenne. La bambina è scesa e si è diretta verso la parte posteriore del pulmino; ha guardato a sinistra e, siccome non veniva nessuno, ha attraversato la statale del Caffaro per imboccare la scala che scende verso la zona artigianale, dove abita la sua famiglia. Si potrebbe pretendere la prudenza anche da una bambina di undici anni, ma si sa, non sempre ciò che si pretende si ottiene. È facile immaginare che abbia imparato a sue spese.
Infatti da sud veniva una macchina che l’ha investita, con conseguenze non drammatiche, ma certo pesanti: la bambina è stata immediatamente soccorsa e trasportata con l’elicottero al Santa Chiara di Trento, avendo riportato la frattura del femore e del ginocchio. All’ospedale è stata ricoverata per ben due mesi, in attesa della completa guarigione.
Tutto è bene quel che finisce bene, direbbe lo scrittore. Senonché ora è arrivata la sorpresa, sotto forma di quaranta euro di multa. Nel verbale si narra che nella fattispecie «è stato violato l’articolo 190 del Codice della strada per il seguente motivo: in data 2/3/2018 il pedone, transitando fuori dall’attraversamento pedonale, in zona sprovvista di attraversamenti pedonali, ometteva di dare la precedenza ai veicoli, rimanendo in tal modo coinvolta in sinistro stradale». Non essendo stato possibile contestare immediatamente la violazione (evidentemente l’elicottero è arrivato prima delle forze dell’ordine), la multa è arrivata a casa. Fra l’altro tutti coloro che sono stati coinvolti nell’incidente hanno convenuto di tenersi i propri danni.
Gli antefatti. Posto che la famiglia della sfortunata bambina non vuole sollevare polemiche, sono stati gli amici a raccontare la vicenda, dichiarandosi disponibili a pagare la sanzione. Esiste tuttavia un problema: all’altezza della zona artigianale di Darzo, in corrispondenza della scala che porta verso i capannoni e gli appartamenti dei dipendenti, esiste una fermata della Trentino Trasporti e dello scuolabus. Peccato che non esista un attraversamento provvisto di strisce. E pensare che poco più avanti (siamo nella periferia di Lodrone) esistono nel chilometro e mezzo che porta fino a Ponte Caffaro ben otto attraversamenti con strisce pedonali. C’è un luogo comune secondo cui l’ente pubblico interviene a sanare situazioni pericolose «quando ci scappa il morto». Per ora ci sono scappate «solo» due fratture, accompagnate da tanto spavento, di una bambina di undici anni. Sarà sufficiente per convincere l’ente pubblico ad intervenire con la posa di strisce pedonali? È quanto si augurano gli amici della bimba.