È perseguitato dai bolli dell'auto ma l'ha venduta da 22 anni
Giuseppe Papa, 81 primavere, un passato a tratti burrascoso - un matrimonio sbagliato, l’azienda di cartellonistica persa e la vita in roulotte dopo lo sfratto - sperava di potersi godere la ritrovata tranquillità nel suo appartamento Itea, dove dipinge e crea sculture. Invece, da anni, è alle prese con un vero e proprio rompicapo.
«Sono perseguitato dai bolli auto», attacca. L’ultima richiesta di denaro - ben 3.173, 72 euro - gli è arrivata dall’Agenzia delle entrate - Riscossione. Ma altre sono arrivate da altre agenzie di riscossione in giro per l’Italia, accompagnate da provvedimenti di fermo amministrativo del veicolo. Giuseppe Papa non ha mai pagato e non intende farlo. E il motivo è presto detto: «Ho venduto la macchina oltre vent’anni fa - dice - e continuano ad arrivarmi richieste di pagamento per il bollo auto non pagato. Sono andato al Pra e risulto ancora io il proprietario. Ma io la macchina l’ho venduta nel 1996. Adesso mi chiedono oltre 3000 euro, ma io ho la pensione minima e non posso certo pagare».
A complicare il tutto c’è l’assenza dei documenti relativi alla compravendita, andati distrutti nel 2004. «Il responsabile del trasloco, dopo lo sfratto, li gettò via, nonostante la mia richiesta di tenerli in deposito. Io ho fatto regolare denuncia alla Finanza - spiega - perché li dentro c’erano anche fatture di ditte che avrei potuto riscuotere», racconta sconsolato. «Mi ha fatto un danno di 12mila euro», sottolinea.
Al centro di questa vicenda c’è una Mercedes Benz 280. La macchina venne venduta nel 1991, ma il passaggio venne di fatto regolarizzato nel 1996. A fissare queste date importanti è una raccomandata - recuperata dall’anziano grazie ad alcuni appunti su un’agendina - che venne scritta alla nuova proprietaria il 29 marzo 1999, una signora di Rovato. Una missiva in cui si richiamava la stipula dell’atto di vendita avvenuto il 17 giugno 1996 presso uno studio notarile di Brescia. «Le scrivevo che, dagli accertamenti, risultava che non fosse stato fatto ancora il passaggio e la pregavo di provvedere in merito - evidenzia - Le ho lasciato il mio indirizzo e il mio numero di cellulare, ma non l’ho mai sentita».
Quel richiamo rimase di fatto lettera morta e così, negli anni, hanno continuato ad arrivare sanzioni per i mancati pagamenti del bollo auto e provvedimenti di fermo del veicolo. «Se c’è - come risulta - un primo provvedimento di fermo amministrativo del veicolo dell’ottobre 2003 fatto dalla Esastri spa di Brescia - aggiunge - mi chiedo perché chiedano ancora il pagamento del bollo auto, ma anche come sia possibile che il veicolo risultasse poi in giro per l’Italia. In città dove io non sono nemmeno mai stato».
Risultano, come detto, altri atti amministrativi. Papa snocciola, lettere alla mano, luoghi e date. «Un secondo atto di fermo venne emesso il 17 febbraio 2010 della Sorit di Ravenna, con richiesta di pagare 274 euro; c’è poi l’atto amministrativo del 20 dicembre 2011, quello arrivato dall’Abaco di Montebelluna, con richiesta di pagare 424 euro. Poi il 6 novembre 2013 e il 24 luglio 2014», prosegue.
«Io - evidenzia - non ho mai pagato, perché la macchina, dopo l’atto del 1996, non è più mia. Ma, soprattutto, dal primo atto amministrativo del 2003 la macchina non potrebbe nemmeno circolare. Ora, però, ho ricevuto una nuova richiesta di pagamento da 3.173 euro, sempre per il bollo auto non pagato. Non so più cosa fare».