Ottantenne condannato per molestie alla cameriera
Avrebbe sopportato a lungo pesanti avance verbali, sempre più esplicite, ma di fronte all’ennesimo pesante approccio sessuale e ai pesanti palpeggiamenti - la barista ha detto basta. Si è concluso con una condanna ad un anno e otto mesi di reclusione (pena sospesa), il processo per violenza sessuale che vedeva imputato un ottantenne. L’uomo, al quale i giudici hanno riconosciuto l’attenuante del vizio parziale di mente, dovrà inoltre risarcire la vittima, che si è costituita parte civile con l’avvocato Martina Gaiardo, con 10mila euro e pagare le spese di costituzione. La difesa, che aveva chiesto, senza ottenerla, una perizia psichiatrica sull’anziano, attende di leggere le motivazioni della sentenza.
I fatti definiti ieri in Tribunale, davanti al collegio presieduto dal giudice Giuseppe Serao con i giudici Enrico Borrelli e Giovanni De Donato, sono successi nel 2016 in un piccolo centro.
L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe tentato reiterai approcci nei confronti della barista, che - come evidenziato dal suo legale - per lungo tempo avrebbe sopportato le avances, benché pesanti, anche a fronte dell’età avanzata dell’uomo.
Tre gli episodi che vengono contestati all’ottantenne, che avrebbe costretto la vittima a subire atti sessuali, ovvero - in tre distinte occasioni - palpeggiamenti al seno e alle parti intime. In una circostanza, in particolare, mentre la donna era di spalle impegnata in una telefonata, l’avrebbe afferrata da dietro, palpeggiandola e spingendola contro il muro. L’intervento del fratello, che aveva allontanato l’anziano, avrebbe posto fine a quell’assalto. L’imputato, peraltro, aveva denunciato il parente della donna, accusandolo di lesioni: procedimento finito davanti al giudice di pace e poi archiviato.
Alla fine, come detto, la barista - ritenendo che la misura fosse ormai colma - ha sporto denuncia. «Ma aveva segnalato anche ai servizi sociali che l’anziano era sempre più aggressivo», evidenzia l’avvocato. In aula, la parte civile ha portato anche la testimonianza di un’altra donna, oggetto di analoghe «attenzioni» dell’anziano, che le avrebbe scritto lettere a sfondo sessuale. La difesa respingeva le accuse ed aveva chiesto che l’anziano venisse sottoposto ad una perizia psichiatrica, una strada che il Tribunale non ha ritenuto di seguire. Ora la difesa potrebbe presentare appello.