La censura leghista sulla professoressa «Gli insegnanti non parlino di politica»
«Il ruolo dell'insegnante dovrebbe prevedere l'astensione dal commento politico». È secco il commento dell'onorevole Vanessa Cattoi (foto a sinistra), nei confronti della dirigente Laura Scalfi (a destra ). Un commento che ha scatenato il dibattito politico e infiammato il web. Anche perché il nodo del contendere, che ha dato il via a tutto, è uno dei temi che più accendono gli animi: il caso della nave Aquarius.
Per capire serve andare con ordine. Tutto comincia quando la dirigente del Cfp Veronesi Scalfi sul suo profilo Facebook personale ha commentato la scelta dell'Italia di chiudere i porti alla nave Aquarius e ai 629 richiedenti asilo che trasportava, dirottati poi verso Valencia, dopo che la Spagna ha annunciato di essere pronta ad accoglierli. La dirigente ha commentato così la vicenda: «#Spagna civile.#Italia governata da criminali che riducono alla fame 600 disperati». È la sua opinione, espressa non in classe né a scuola. Ma sulla pagina Facebook.
Il commento non è piaciuto all'onorevole Cattoi. Non le è piaciuto nel merito, ovviamente. Posto che la linea politica della Lega sulla gestione del fenomeno migratorio e dell'accoglienza è ormai nota. Ma soprattutto, par di capire, quel che ha disturbato la deputata del Carroccio è che l'opinione in questione è arrivata da un'insegnante. Che, si intende chiaramente dal suo comunicato stampa, per definizione meglio sarebbe se si astenesse da commenti politici. «Come può una dirigente di un istituto professionale scrivere una cosa simile? Il ruolo dell'insegnante dovrebbe prevedere l'astensione dal commento politico anche perché, altrimenti, potrebbero sorgere dubbi circa l'imparzialità dell'insegnamento stesso». Quanto al merito della vicenda, l'onorevole Cattoi ricorda le offerte d'aiuto per donne, bambini ed eventuali feriti, e ribadisce la linea della Lega: «Vorrei ricordare alla signora dirigente che pensare prima al benessere dei propri concittadini non è esser criminali ma è non essere discriminati nei confronti della nostra gente che lavora onestamente, paga le tasse e chiede solo di vivere in un Paese più sicuro ricevendo i giusti servizi dallo Stato».
Ma è chiaro che il nocciolo del discorso non è questo. Il punto è se un insegnante possa o meno esprimere la propria opinione politica. D'altronde l'onorevole Cattoi non ha mandato un comunicato stampa contro ogni presa di posizione analoga (anche nei toni) di queste ore. Quindi il problema era che quelle parole uscissero dalla bocca - o meglio dalla tastiera - di un'insegnante.
E infatti la dirigente Scalfi risponde al comunicato parlando chiaramente di censura. «Esiste un articolo della costituzione che tutela la libertà d'espressione e non mi pare che escluda i dirigenti scolastici. Esiste anche la norma per cui i parlamentari si impegnano a far rispettare la costituzione. Questo mi aspetterei, da una deputata». A infastidirla è il dubbio velato che sia una docente parziale: «A scuola c'è una pluralità di idee, i ragazzi sono condotti allo sviluppo del senso critico. In vista delle elezioni, abbiamo invitato i rappresentanti di 5 stelle, destra e sinistra. Perché questo è il senso della scuola. Altro discorso è la mia pagina Facebook, che è una pagina privata, a cui i miei ragazzi non hanno accesso, finché sono studenti. E questo non perché è una limitazione che ho posto io, benché non tenuta a farlo, e che mi sembra opportuna».
Poi la butta sul terreno dell'ironia: «Se l'onorevole Cattoi ritiene che il suo tempo di deputato sia ben speso, passandolo a guardare i siti delle persone anziché fare quello per cui è stata eletta, va bene. Ma se mette in dubbio la mia professionalità, quei dubbi li deve dimostrare. Che lei non condivida le mie idee, è del tutto legittimo. Che un governo si batta per modificare la convenzione di Dublino, e batta i pugni sul tavolo a Bruxelles, è altrettanto legittimo, è stato votato per questo. Ma io ritengo che non si possano fare scudo di 600 e più persone che sono in mare e aspettano che qualcuno faccia loro sapere dove andare. Io lo trovo sbagliato. È la mia idea. E la dico. Almeno finché la legge lo permetterà».