Auto rovinata all'aeroporto Paga il gestore del garage
Era partito per la Grecia con la sua famiglia, lasciando il veicolo in un parcheggio custodito e videosorvegliato vicino all’aeroporto di Bergamo. Ma al rientro, l’amara sorpresa: la macchina presentava vistosi, quanto profondi graffi, sia sul parafango che sulla porta anteriore.
Quello che il malcapitato turista trentino non immaginava è che - oltre al fastidio di dover portare la macchina a fare riparare - avrebbe dovuto ricorrere alle vie legali per essere risarcito del danno, visto che la società faceva orecchie da mercante. Ma il giudice di pace di Cles ha condannato l’azienda a versare al ricorrente 811 euro, più gli interessi, per i danni, oltre al pagamento delle spese, liquidate in 850 euro. Per un totale di oltre 1.600 euro.
La vicenda inizia nel luglio dello scorso anno, quando la famiglia decide di prenotare una vacanza in Grecia presso un’agenzia di viaggi. La partenza è fissata per il 7 luglio dall’aeroporto di Bergamo, con ritorno il 15 dello stesso mese. Visto che i trentini risiedono in val di Non, decidono di raggiungere l’aeroporto con la propria macchina e cercano un parcheggio che sia custodito e protetto, per evitare di lasciarla esposta ad inutili rischi.
La ricerca in rete sortisce gli effetti sperati e la famiglia decide di affidarsi via web ad un’impresa che offre ottime garanzie. Come ricordato nel corso del processo ai clienti veniva spiegato che avrebbero potuto parcheggiare la propria auto sia all’aperto che al coperto, il tutto con grande comodità ed in piena sicurezza, posto che la custodia dei mezzi era garantita non solo dal costante presidio della struttura da parte del personale, ma anche dalla presenza di una costante attività di videosorveglianza.
Il costo per la custodia del mezzo al coperto dall’8 al 15 luglio è di 50 euro e la famiglia si imbarca serena, dopo avere parcheggiato il veicolo nel posto indicato dal personale della società, che peraltro lo controlla scrupolosamente. Il trentino, dunque, consegna le chiavi e parte.
Ma al rientro dalle vacanze, quando la famiglia va al parcheggio per recuperare l’auto, nota che non è nello stesso posto, ma soprattutto che la carrozzeria è danneggiata: ci sono dei profondi graffi sul parafango anteriore sinistro e sulla porta anteriore sinistra. Il disappunto e l’amarezza del proprietario si possono facilmente immaginare - diciamo che i benefici della vacanza devono essere svaniti quasi subito - ma i responsabili lo rassicurano, impegnandosi a ricontattarlo a breve, al fine di definire la questione.
La famiglia, dunque, rientra in val di Non e dopo qualche giorno, non avendo notizie, il conducente contatta la società, che lo invita a quantificare i danni. Cosa che ovviamente viene fatta (i preventivi oscillano tra i 730 e i 1000 euro). Il 23 agosto il ricorrente invia dunque regolare richiesta di risarcimento dei danni, che però cade nel vuoto.
La società non si degna nemmeno di rispondere e alla fine al malcapitato non resta altro che imboccare le vie legali per chiedere il rispetto del contratto. «Al riguardo - evidenzia il giudice Antonio Orpello - si osserva come sia principio consolidato quello per cui “il contratto atipico di posteggio di un veicolo va inquadrato, ai fini della sua disciplina, nello schema generale del contratto di deposito, il quale comporta l’affidamento della cosa al depositario con l’obbligo di custodirla e di restituirla nello stato in cui è stata consegnata».
La rimessa, viene ricordato, viene descritta come videosorvegliata e custodita, vi si accede solo con l’autorizzazione del personale e il controllo effettuato sul veicolo «può spiegarsi solamente con l’assunzione, da parte di (...) di un obbligo di custodia».
Per questo il giudice di pace Orpello ha condannato la società che ha in gestione la rimessa a risarcire il ricorrente per i danni subiti al veicolo (731 euro), cui si aggiungono 80 euro per i due giorni di sostituzione del mezzo danneggiato (811 euro in totale) e il pagamento delle spese legali, quantificate in 850 euro.