Trento «regina» delle ciclabili: +30,8% in 5 anni In arrivo l'appalto per l'atteso tratto di Ponte Alto
La città di Trento punta sui pedali. A dirlo è la fotografia dell'ufficio studi della Continental, elaborata sulla base dei dati Istat, che ha preso in esaminato le piste ciclabili dei comuni capoluogo di provincia. In Trentino Alto Adige tra il 2011 e il 2016 - secondo lo studio - la lunghezza delle piste ciclabili presenti nei comuni capoluogo di provincia è passata da 98 km a 114 km, con un aumento del 16,3%.
E tra i comuni capoluogo di provincia trentini è Trento quello con le piste ciclabili più lunghe (61,6 km nel 2016, con un aumento del 30,8% rispetto al 2011). Un dato, va detto, che nel 2017 è ulteriormente migliorato, superando i 64 chilometri, grazie al completamento di un tratto in via Maccani e alla ciclabile che collegha l'area Zuffo con via Fratelli Fontana. A Trento segue Bolzano (52,4 km nel 2016, +2,9% sul 2011).
E per gli amanti delle due ruote, il 2018 porterà altre novità positive. Sono infatti già stanziati a bilancio 2.290.000 euro per il collegamento di oltre due chilometri fra Campo Trentino e Roncafort: i lavori saranno appaltati entro l'anno.
Ma la vera novità - emersa martedì pomeriggio in occasione dell'inaugurazione della passerella sul torrente Grigno - riguarda l'atteso collegamento ciclabile fra Trento e la Valsugana. È stato infatti appaltato il tratto di ciclabile che collega Ponte Alto e la strada dei Crozi.
Il progetto esecutivo prevede uno sviluppo del tratto ciclabile di 667 metri, con «stacco» dalla rotatoria di Ponte Alto. Da qui il tracciato, affiancherà la bretellina fino all'incrocio con la statale 47, per un tratto leggermente a sbalzo, con una piccola traslazione della strada nei pressi della casa abitazione prossima all'incrocio. Sarà necessario poi realizzare un sottopasso per superare la barriera della statale 47 e raggiungere la «Strada dei Crozi» sotto roccia, che dovrà poi essere sistemata e messa in sicurezza per il transito di pedoni e ciclisti. Il costo previsto del progetto è di un milione e mezzo di euro. Va peraltro precisato che questo tratto di percorso sarà transitabile da pedoni e ciclisti, ma non sarà una ciclabile, nel senso che non ne avrà le caratteristiche giuridiche e la segnaletica e non varranno le regole del codice della strada né il regime assicurativo che la Provincia assicura sul resto della sua rete, ma sarà un percorso panoramico di indubbio valore.
In Italia dal 2011 al 2016 la lunghezza delle piste ciclabili nei comuni capoluogo di provincia è passata da 3.592,2 km a 4.370,1 km, con un aumento del 21,7%. Le regioni in cui ci sono più piste ciclabili sono Emilia Romagna (1.285,8 km), Lombardia (707,6 km) e Veneto (538,9 km). Le regioni in cui le piste ciclabili sono cresciute di più tra il 2011 e il 2016 sono la Sardegna (+301,5%), la Sicilia (+91%) e la Basilicata (+73,1%).
La crescita delle piste ciclabili presenti nei comuni capolugo di provincia italiani dimostra l'impegno da parte delle amministrazioni locali per favorire modalità di mobilità alternative e meno inquinanti rispetto all'uso dei mezzi a motore. L'aumento delle piste ciclabili a disposizione degli utenti nei comuni capoluogo di provincia, però, deve andare di passo con una maggior tutela per i ciclisti. Nell'ecosistema stradale - evidenzia lo studio - i ciclisti, che siano su una pista ciclabile o sulla normale carreggiata, sono una categoria di utenti particolarmente vulnerabile a cui va garantita la massima sicurezza ed a cui va riconosciuto il merito di limitare la produzione di sostanze inquinanti.