Icef, si cambia: via la franchigia alla prima casa
Cambia l'Icef. La Giunta provinciale ha introdotto una serie di modifiche all'indicatore della condizione economica familiare utilizzato per stabilire le forme di sostegno alle famiglie erogate dall'ente: il principale cambiamento è l'esclusione della prima casa (con l'eccezione delle abitazioni di lusso) dalla valutazione del coefficiente. Il principio seguito è che l'abitazione principale dove risiede il nucleo familiare - in quanto bene essenziale per la vita di individui e famiglie - vada sempre escluso dalla valutazione economico/patrimoniale, salvo il caso in cui l'abitazione sia di lusso per la quale continua a valere la franchigia di 150.000 euro.
Sempre in termini di proprietà immobiliari, è stata introdotta una franchigia di 20.000 euro sulle proprietà e gli altri diritti reali su beni immobili diversi dall'abitazione di residenza e vengono escluse dalla valutazione anche le quote di comproprietà di beni immobili inferiori al 5%; è stata inoltre abrogata la norma secondo cui si esclude dalla valutazione la nuda proprietà di maggior valore.
«Abbiamo voluto - spiega l'assessore provinciale Luca Zeni - tutelare maggiormente le proprietà immobiliari, sia dell'abitazione principale dalla quale è stata tolta la franchigia salvo che per le abitazioni cosiddette di lusso, sia di altri beni immobili, inoltre vengono sostenute le donne lavoratrici aumentando la deduzione forfettaria, rimuovendo in questo modo uno dei possibili ostacoli al lavoro femminile e anche alle persone ultra sessantacinquenni che vivono da sole viene assicurato un trattamento più favorevole. Infine sono stati introdotti alcuni correttivi per cercare di recuperare parte del potere d'acquisto eroso dalla svalutazione monetaria».
I nuovi principi di calcolo introdotti, nelle intenzioni della giunta mirano anche ad aumentare la tutela alle donne lavoratrici: è stata portata a 3.000 euro la deduzione forfettaria prevista, in modo, spiegano dalla Provincia, da «rimuovere uno dei possibili ostacoli all'impiego femminile, rappresentato dalla perdita delle agevolazioni pubbliche in conseguenza di un aumento del reddito familiare prodotto da un maggiore impegno lavorativo della componente femminile del nucleo familiare».
Per gli anziani ultra sessantacinquenni che vivono da soli viene aumentata per tutte le politiche la scala di equivalenza da 1 a 1,2 (nel caso dell'assegno unico e dell'assegno di cura l'aumento si applica previa intesa con l'Inps).
Il reddito di riferimento è stato infine adeguato all'inflazione nella misura dell'1%, innalzandolo da 50.000 a 50.500 euro, come già previsto in materia di edilizia pubblica: «Si tratta di una misura - è stato spiegato - che intende riportare all'effettivo potere di acquisto i valori monetari dei redditi»
Inoltre, all'interno della nuova disciplina dell'Icef è stata inserita una definizione puntuale di cosa si intende per «spese assistenziali», includendo fra queste le spese per i servizi assistenziali in residenza oltre all'assistenza domiciliare e in centri diurni.
Queste le principali modifiche:
- non verrà più valutata l’abitazione di residenza, ad esclusione delle abitazioni di lusso, classificate in categoria A1, A8 e A9, perché si ritiene che l’abitazione principale ove risiede il nucleo familiare - in quanto bene essenziale per la vita di individui e famiglie - vada sempre escluso dalla valutazione economico/patrimoniale, salvo il caso in cui l’abitazione sia di lusso per la quale continua a valere la franchigia di 150.000 euro;
- è stata introdotta una franchigia di euro 20.000 sulle proprietà e gli altri diritti reali su beni immobili diversi dall’abitazione di residenza e l’esclusione dalla valutazione delle quote di comproprietà di beni immobili inferiori al 5%; è stata abrogata inoltre la norma secondo cui si esclude dalla valutazione la nuda proprietà di maggior valore;
- viene aumentata la tutela delle donne lavoratrici, portando a 3.000 euro la deduzione forfettaria prevista; in questo modo si rimuove uno dei possibili ostacoli, rappresentato dalla perdita delle agevolazioni pubbliche in conseguenza di un aumento del reddito familiare prodotto da un maggiore impegno lavorativo della componente femminile del nucleo familiare;
- viene adeguato il reddito di riferimento all’inflazione nella misura dell’1%, innalzandolo da 50.000 a 50.500 euro, come già previsto in materia di edilizia pubblica; si tratta di una misura che intende riportare all’effettivo potere di acquisto i valori monetari dei redditi;
- viene inserito nella Disciplina ICEF la puntuale definizione delle “spese assistenziali”, annoverando fra le stesse quelle per i servizi assistenziali in residenza, l’assistenza domiciliare e in centri diurni;
- per anziani ultra 65-enni che vivono da soli viene aumentata da 1 a 1,2 per tutte le politiche la scala di equivalenza; per l’assegno unico e per l’assegno di cura l’aumento si applica previa intesa con l'INPS;
- d'intesa con le organizzazioni sindacali, il comitato di esperti ICEF sarà integrato da un loro rappresentante.