Spariti i mobili, ex moglie a processo
Candelabri, stampe antiche, armadi, specchi dorati, tavolini, piatti e argenti. Quando l'uomo è entrato nella dimora nobiliare, tornata in suo possesso dopo il divorzio, deve avere sgranato gli occhi, notando che mancavano mobili e suppellettili.
Ma a fare sparire arredi e quadri non sarebbe stato un ladro, bensì l'ex moglie, che in quella casa aveva vissuto con i figli dopo la separazione. L'uomo, che vive in Valsugana ed è assistito dall'avvocato Bonifacio Giudiceandrea, ha sporto denuncia e l'ex consorte si trova ora a processo con l'accusa di appropriazione indebita. Contestazione, va detto, che respinge al mittente, ricordando peraltro che parte di quei mobili erano suoi. L'udienza è stata rinviata a dicembre e sarà un giudice a stabilire chi abbia ragione.
La vicenda risale all'autunno del 2017, quando la donna ha lasciato la dimora nobiliare. Dopo la fine del matrimonio la casa era stata assegnata alla moglie, anche se i figli non erano minorenni e nel divorzio si era discusso a lungo della necessità che il padre continuasse a mantenere i figli da anni fuori corso all'università. Alla fine, peraltro, l'uomo aveva dovuto mettere mano al portafoglio.
Dopo anni, con un provvedimento della Corte d'appello, la dimora è stata assegnata nuovamente all'uomo, che era il proprietario. Ma quando l'ex moglie gli ha consegnato le chiavi ed è entrato nell'abitazione, accompagnato da un geometra, ha scoperto che all'appello mancavano sia mobili che complementi d'arredo. Insomma, la casa sembrava «svaligiata». Dalla sala da pranzo alla cucina, passando per il soggiorno e la camera matrimoniale. Nell'elenco indicato sul capo di imputazione vengono indicati in primis i beni di proprietà esclusiva dell'uomo: si va dalla poltrona in pelle all'alzata in cristallo per la frutta. Poi quadri, ritratti, un tavolino e varie stampe antiche. Ci sono poi i beni comuni, ovvero l'armadio della cucina ed il tavolo, i piatti, argenti, una vetrina con ceramiche di Capodimonte, una lampada e un orologio a pendolo. Dalla camera matrimoniale mancherebbero invece un tappeto azzurro, un pannello decorativo e specchi con la cornice dorata. E ancora un armadio che si trovava nello studio, un altro posizionato sul giroscale, due cassettoni, una cassapanca tirolese, un tavolino e un altro specchio dorato.
Beni che sarebbero stati portati via dall'appartamento nei giorni vicini al 18 novembre, quando la donna ha consegnato le chiavi di casa. Oggetti e mobili che valgono decine di migliaia di euro, finiti ora al centro di un braccio di ferro, che secondo l'ex marito avrebbero dovuto rimanere all'interno dell'abitazione tornata in suo possesso. Invece, nel giro di qualche giorno - secondo il querelante il trasloco sarebbe durato alcuni giorni - gli arredi sarebbero spariti.
La donna nega ogni addebito. Si sarebbe difesa dicendo che parte dei mobili erano stati portati via dai figli e che, comunque, una parte erano suoi o le erano stati regalati.