Una folla immensa per l'ultimo addio a Marzia Maturi
È sempre difficile, per ogni uomo - credente o no - accettare con serenità l’ineluttabilità della morte. Lo sa bene la comunità della Valrendena, colpita in questi giorni da una serie di eventi luttuosi che hanno scosso la coscienza e la sensibilità di molti. E in particolare la scomparsa di Marzia Maturi, a cui ieri la comunità di Pelugo ha tributato l’estremo saluto, ha destato sgomento e tristezza.
Una donna giovane, forte, benvoluta da tutti e mamma di tre figli, Chiara, Carlotta e Andrea. A testimoniare solidarietà e vicinanza a loro, alla mamma Annamaria (il papà Flavio era scomparso solo pochi mesi fa) e al marito Claudio Franchini era presente una moltitudine di Vigili del fuoco, permanenti e volontari, giunti per stare vicini soprattutto a quest’ultimo, uno di loro, il primo a tentare di rianimare purtroppo inutilmente la moglie dopo il malore che l’ha colta a Faserno (sulla montagna di Sotro) tra sabato e domenica, portandola a spirare mercoledì a soli 42 anni. Dopo la morte, come gesto di estrema generosità che da sempre la contraddistingueva, Marzia ha donato gli organi a chi ne aveva bisogno.
«Chiediamo al Signore - ha commentato il parroco don Federico Andreolli - di aiutarci a trovare le parole, che in questi momenti non ci sono. Gesù ha fatto a Marzia e a tutti noi una promessa di vita eterna alla quale aggrapparci e per la quale vivere». E ha poi aggiunto, prendendo in prestito le parole del Canone dei Defunti: «A Marzia la vita non è stata tolta ma trasformata, è già lassù che gusta e vede quanto è buono il Signore. Chiediamo a lui il conforto in questi momento, anche se prevale lo sconforto e il buio che eventi come questi lasciano».
Oltre 700 le persone giunte a Pelugo, nella chiesa stracolma all’inverosimile e con il sagrato pieno di gente in attesa di salutare la sfortunata donna per l’ultima volta. Proprio nella piazza antistante la chiesa, si sono schierati i pompieri del distretto e gli allievi dei corpi, assieme a soccorritori della Croce Rossa e di altri enti di soccorso e di volontariato. I quali, oltre a presenziare alla cerimonia, hanno anche gestito ottimamente il flusso di traffico e di pedoni che il funerale ha provocato, a testimonianza di quanto Marzia fosse benvoluta e conosciuta.
È stato fisiologicamente impossibile permettere a tutti di benedire il feretro, per il grande afflusso di gente.
E mentre il corteo funebre, ritmato dalla marcia funebre suonata dalla Banda di Pinzolo di cui la donna aveva fatto parte, si incamminava alla volta del cimitero, i coscritti hanno portato dietro alla bara un cartello di saluto a Marzia, ricordandone «il sorriso, la tenerezza, la generosità, la gentilezza, la determinazione che resteranno sempre con noi». Presenti anche numerosi colleghi e vertici della Cassa Rurale di Pinzolo, dove lavorava ed era stimata da tutti, e gli amici della compagnia teatrale «Il Filò della Valrendena», raggiunti dalla tragica notizia mentre erano in scena.
Toccante poi la canzone finale del gruppo Gen Rosso, che recita «Ora il mio cuore ti dice: “mamma grazie per il tuo amore”» e subito il pensiero e la vicinanza sono andati ai tre figli.
A portare il feretro fino al camposanto, adiacente alla Chiesa di Sant’Antonio Abate, un picchetto di Vigili del Fuoco di Pinzolo, visibilmente commossi ma comunque lucidamente vicini al marito Claudio e ai figli della coppia.
Francesco Brunelli