Pediatria, c'è la nuova sezione La direttrice: «Sofia, ferita aperta»
La Pediatria trentina ha fatto ieri un grosso passo avanti. È stata inaugurata la nuova ala con la sezione ad alta intensità di cura e le stanze dedicate agli infettivi, agli immunodepressi e ai casi più gravi di psicosi infantile. Dopo mesi di lavori, 700 mila euro di spesa di cui 250 finanziati dall’Ail, ieri la dottoressa Annunziata Di Palma, primario del reparto e del dipartimento pediatrico, ha materialmente tagliato il nastro insieme al direttore Paolo Bordon e all’assessore Luca Zeni. Nonostante un piede rotto, ha voluto esserci perché quello della «nuova» pediatria è un progetto che lei ha fortemente voluto. Ieri, a poche settimane dalla pensione, l’inaugurazione è stata anche l’occasione per spiegare in che direzione sta andando la pediatria e i suoi nuovi bisogni. Non sono state infatti presentate solo le nuove stanze, ma una nuova visione di presa in carico dei piccoli pazienti che dovrebbe garantire percorsi più sicuri e soprattutto meno trasferimenti nelle terapie intensive fuori provincia. Ai cambiamenti strutturali andranno di pari passo delle sostanziali modifiche organizzative che prevedono, nel giro di un’anno, la presenza nello stesso reparto di degenze dei pazienti di pediatria, chirurgia pediatrica e neuropsichiatria infantile oggi separati. Unione che renderà necessaria una formazione del personale che è stato già incrementato anche per far fronte alle esigenze dei posti letto delle cure sub-intensive.
I lavori a pediatria erano iniziati più o meno dodici mesi fa. «Negli ultimi anni - ha spiegato la dottoressa Annunziata di Palma - in pediatria sono sorte molto sotto-specializzazioni, i pazienti sono sempre più complessi e richiedono livelli di assistenza sempre maggiori. In più si è aggiunto il lavoro relativo alle cure palliative pediatriche rivolte a circa un centinaio di bambini e l’attività di Protonterapia che porta in Trentino piccoli con gravi patologie da tutt’italia e anche dall’estero». Ogni anno sono poi tra i 20 mila e i 22 mila i piccoli pazienti che accedono al Pronto soccorso pediatrico. La maggior parte è affetto da patologie minori, ma c’è anche un 9% di casi complessi. «I professionisti già da qualche anno si sono attivati per rispondere alle richieste sempre più complesse e ora la nuova organizzazione e i nuovi spazi completano il quadro».
Dal punto di vista della formazione sono stati organizzati degli stage di due settimane per 11 medici e 11 infermieri agli ospedali di Bergamo e al Bambin Gesù di Roma. L’obiettivo è quello di accrescere le competenze soprattutto per quanto riguarda l’area sub-intensiva con i tre nuovi posti letto per i bambini che non hanno bisogno di essere ricoverati in rianimazione ma nemmeno sono pronti ad entrare in reparto. Piccoli pazienti che hanno bisogno di un monitoraggio costante con personale dedicato e appositamente addestrato. Per quanto riguarda poi i casi più gravi, grazie alla collaborazione con la rianimazione degli adulti e la neonatologia quando possibile, saranno qui ricoverati in base all’età riducendo così i trasferimenti fuori Provincia.
Per il presidente Ail Roberto Valcanover l’inaugurazione della nuova sezione è un traguardo atteso da anni da molte famiglie. «Uno spazio per i bambini immunodepressi che è importantissimo. Lo dico per esperienza personale. Quando i bambini vengono dimessi da Padova, può accadere che dopo qualche giorno abbiano la febbre e il timore dei genitori è che debbano essere portati ancora a Padova. Oggi questo accadrà più raramente». Soddisfatto anche Paolo Bordon che ha sottolineato come la riorganizzazione e le nuove stanze siano ora a disposizione di tutti i trentini, non solo per i bambini di Trento ma di tutte le comunità. L’assessore Luca Zeni ha infine voluto sottolineare la collaborazione tra i direttori delle varie unità operative coinvolti e soprattutto l’importanza, là dove come al S. Chiara ci sono limiti strutturali, di avere professionisti che ci mettono la competenza e il cuore.
È stata organizzata l’inaugurazione della nuova sezione, ma l’evento si è trasformato presto in un incontro di saluti, ricordi e di dolore. Sì perché per Annunziata Di Palma, 22 anni di servizio presso il S. Chiara, sono le ultime settimane di lavoro prima delle pensione. Sarà poi sostituita, in attesa del concorso, dal direttore di neonatologia, Massimo Soffiati. Tanti i bei ricordi, ma anche le esperienze dolorose. Durante la conferenza stampa la pediatra ha parlato più volte di anno doloroso riferendosi a quello appena trascorso e quando le è stato chiesto di Sofia, la piccola morta per la malaria, non si è tirata indietro. Per lei, e per il personale, quella rimane una ferita aperta. «È stato devastante per tutto lo staff, ho temuto anche che potesse saltare l’equilibrio. Poi la consapevolezza che se errore c’è stato è sicuramente stato involontario, ma questo eventualmente lo stabilirà la magistratura. Io continuo a pensare che non siamo stati noi la causa. Siamo passati dal vaglio di tre commissioni che non hanno ravvisato criticità e comunque noi ce l’abbiamo messa sempre tutta». Per la dottoressa Di Palma è stato comunque un anno difficile, al di là degli esiti della magistratura. «Non ci si riesce a mettere alle spalle certe cose. Ma sono convinta che, alla fine, il bilancio dei miei 22 anni di lavoro è positivo. Lascio un gruppo di giovani determinato e motivato. Sono orgogliosa di loro».
E come per tutti i medici nell’elenco dei ricordi dolorosi della dottoressa Di Palma non c’è solo la piccola Sofia. «Perché in ospedale si può guarire, ma si può anche non farcela», dice quasi a se stessa. Tra i ricordi più dolorosi anche quello della morte di una bambina per tumore. «Per mesi non riuscivo a entrare nella stanza in cui era ricoverata senza piangere. Eppure io dovevo essere il medico, dovevo essere forte, ma non sempre è possibile. Mesi dopo incontrai la madre. Io non l’avevo riconosciuta, lei sì, e mi ringraziò per quelle lacrime».
Il 30 settembre la dottoressa Di Palma andrà in pensione e purtroppo anche adesso, per alcune settimane, non potrà essere in servizio in quanto ha avuto un infortunio ad un piede. Eppure ieri lei, una vita per la pediatria, una vita al servizio dei più piccoli, non ha voluto mancare. Con la voce rotta dall’emozione e in certi momenti anche dal pianto, ha voluto ringraziare le molte persone che hanno contribuito alla realizzazione della nuova area per la pazienza, disponibilità, puntualità e attenzione dimostrati. «Il mio infinito ringraziamento e affetto va in primis al personale del mio reparto che con la loro grande professionalità, serietà e costante impegno mi hanno fatto comprendere che i tempi erano maturi per dar forma concreta a questo importante passaggio organizzativo. Ringrazio inoltre i colleghi primari dell’area pediatrica perché senza la loro partecipazione concreta tutto ciò non si sarebbe potuto realizzare. Il mio personale ringraziamento va inoltre al presidente dell’Ail e a tutto il consiglio direttivo dell’associazione per aver aderito con fiducia alla mia proposta di supporto economico per l’avviamento del progetto».
La voce è stata rotta dall’emozione quando è arrivato il momento dei saluti.
«A un soffio, poche settimane, dalla pensione - ha proseguito Di Palma - riesco a inaugurare questo nuovo progetto che per me rappresenta l’atto conclusivo di un lungo percorso lavorativo in Trentino, oltre 22 anni, ricco di grandi preoccupazioni ma anche di tante soddisfazioni e spero anche di qualche buon risultato. Sono certa che chi mi sostituirà, ma soprattutto tutti voi, lo farete funzionare nel migliore dei modi come i nostri bambini e i loro genitori si aspettano e si meritano».