Stadio, una «Sait Arena» a Trento Nord Ventitremila posti in tribuna, poi negozi e alberghi
Tre progettisti trentini lanciano l'ipotesi Trento Nord come alternativa all'area San Vincenzo per la realizzazione del nuovo stadio della città. L'idea è degli architetti Giuseppe Filippin e Lorenza Cristofolini con Loris Pontalti: il gruppo di progettazione ha individuato nell'area Sait e dell'ex acciaieria Garzetti (ai limiti dell'abitato e ben connessa al capoluogo) una zona ideale per la «Sait Arena».
L'assessore comunale all'urbanistica Paolo Biasioli ha già richiesto un'analisi urbanistica da parte degli uffici dopo essersi detto interessato alla proposta che gli è stata illustrata in questi giorni. Disponibile ad approfondire l'ipotesi è anche il presidente del Sait Renato Dalpalù.
«Diamo il nostro contributo per la valorizzazione di tutta l'area, con l'obiettivo di renderla attrattiva, coniugando le attività sportive a quelle complementari, ad esempio con l'insediamento di ristoranti, alberghi e negozi» spiega Filippin con i colleghi, che aggiunge: «Nell'idea progettuale è stata prevista una grande piastra commerciale di circa 7.000 metri quadrati per insediare marchi locali e internazionali».
Il progetto prevede circa 23mila posti in tribuna, che consentirebbero l'accesso di Trento ai tour dei grandi eventi musicali italiani, finora negati per via della mancanza di strutture adeguate in capienza, impianti tecnologici e sicurezza. È prevista la realizzazione di un grande spazio (o una piazza) sopraelevato rispetto a via Maccani, che consente la realizzazione a raso di circa 1.500 posteggi, che potrebbero avere anche la funzione di parcheggio di attestamento. A livello della piazza - accessibile principalmente da via Maccani e sul lato sud - sono previsti gli ingressi allo stadio e alla grande area commerciale costituita dalla piastra commerciale e da tre edifici lineari con funzioni miste di circa 20mila metri cubi a blocco. È inoltre previsto il collegamento tra via del Brennero e via Maccani, con la realizzazione di un sovrappasso ferroviario e una viabilità dedicata parallela a via Maccani, di accesso sia ai parcheggi sia allo stadio. I progettisti invitano a considerare inoltre la prossimità dell'area sportiva di Melta, facilmente raggiungibile che andrebbe a costituire un «unicum sportivo» di grande accessibilità e fruibilità.
L'area in questione si trova all'interno del «Quadrante Ezio Maccani», un'area artigianale commerciale sull'asse Nord-Sud di alcuni chilometri e parallela a via Brennero. Nella zona è in corso da tempo il trasferimento delle attività produttive a Spini di Gardolo a lato del casello autostradale di Trento Nord: un fenomeno che inevitabilmente libera superfici importanti, di interesse per nuovi insediamenti residenziali e commerciali al dettaglio. In merito alla riqualificazione urbanistica dell'intera area di Trento Nord è in corso un dibattito all'interno dell'amministrazione comunale, con l'obiettivo di definire un progetto organico.
Secondo l'assessore Biasioli, quella dei tre progettisti potrebbe essere una proposta interessante «specialmente se avvenisse a costo zero per l'amministrazione. Ora sarà necessario compiere le necessarie valutazioni, tenendo conto che al momento la realizzazione del nuovo stadio è prevista a Trento Sud, nell'area San Vincenzo di proprietà dell'ente pubblico». Un'ipotesi di stadio a Nord era stata peraltro già avanzata sull'area ex Sloi. «Per realizzare la nuova idea sarà necessario un accordo pubblico-privato anche sul piano viabilistico e delle interconnessioni commerciali» conclude Biasioli.
Va detto che da tempo il capoluogo è interessato a dotarsi di un nuovo stadio con l'obiettivo di valorizzare la squadra della città, per ospitare le grandi squadre che scelgono il Trentino per i loro ritiri calcistici, ma anche per l'organizzazione di concerti. Il Briamasco di via Sanseverino risale al 1922 e non ha i «numeri» per i grandi eventi sportivi e di intrattenimento.
«L'innesto del nuovo stadio risolverebbe i problemi di criticità dell'intero asse di via Brennero, vista la presenza di ampie aree degradate e di antichi insediamenti industriali abbandonati in attesa di bonifica» osservano i progettisti. La struttura sportiva caratterizzerebbe peraltro l'intero quartiere che «si approprierebbe di un suo ruolo, come in altre città, in cui la presenza di grandi impianti sportivi nobilita gli insediamenti residenziali e rende più centrali le periferie, oggi decontestualizzate dal contesto urbano».