Cremazione, loculi finiti al cimitero di Trento Ottanta urne cinerarie «parcheggiate» in una stanza
Una ottantina di urne cinerarie sono custodite tutte insieme in una stanza al cimitero. Sono di defunti cremati negli ultimi mesi per le quale nel Cimitero di Trento non ci sono loculi dove inserirle. Tutti esauriti o in zone giudicate troppo scomode dagli utenti.
I lavori per la realizzazione della sala del commiato e del tempio crematorio sono bloccati e proprio da lì doveva arrivare la risposta con mille nuove posti. Per questo al servizio funerario del Comune cercano di tamponare l’emergenza trasformando in tutta fretta i grandi loculi posizionati al piano interrato in loculi più piccoli e richiesti. Per i parenti dei defunti avere un luogo dove piangere un proprio caro è una priorità. È vero che sui loculi non si possono mettere fiori e nemmeno lumini (se non elettrici) per evitare che i marmi si anneriscano, ma è altrettanto vero che la situazione attuale, dove le persone devono chiedere una chiave per accedere alla stanza dove sono custoditi i loculi, viene ritenuta una soluzione non soddisfacente.
Ne è ben consapevole il dirigente dei servizi funerari del Comune di Trento Carmelo Passalacqua che sta facendo il possibile per risolvere la situazione in tempi rapidi.
Entro la fine di settembre, infatti, dovrebbe essere pronto un nuovo spazio realizzato nel seminterrato dove c’erano loculi grandi e poco richiesti. Ogni loculo è stato diviso in quattro e presto dunque ci sarà la disponibilità di 200 nuovi posti. Una soluzione che soddisferà quanti sono in attesa da mesi e le richieste delle prossime settimane, ma è evidente che c’è bisogno di una disponibilità maggiore. «La richiesta di loculi è di circa 400 all’anno», dice Passalacqua. Sempre di più, infatti, i trentini che optano per la cremazione e vanno poi aggiunte le richieste che arrivano dopo le riesumazioni. I loculi vengono dati in concessione per 30 anni, rinnovabili, e sono pochi quelli che rinunciano. Quindi pochissimi i posti che si liberano e le richieste in continuo aumento. Proprio per la carenza di posti il Comune è stato costretto anche a rallentare le riesumazioni in quanto non sarebbe in grado di offrire nulla ai parenti dei defunti che volessero prendere un loculo. A dire il vero sarebbe rimasto qualche posto nelle file più alte, quelle dove si arriva con le scale, ma che nessuno vuole quei posti perché troppo scomodi e lontani.
Tra i progetti futuri c’è anche quello di trasformare il campo 1 in una zona dove sarà possibile sotterrare le urne cinerarie e realizzare delle piccole lapidi. Una soluzione ideale soprattutto per chi pensa ad una tomba di famiglia. Qui saranno infatti posizionabili più urne ed inoltre sulla lapide, come avviene per le sepolture tradizionali, sarà possibile scrivere il nome di più persone, date o frasi. Attualmente anche nei loculi è possibile posizionare fino a 2-3 urne in quanto hanno una profondità di 70 centimetri, ma essendo piccola la parte esterna, lo spazio per scrivere i nomi è limitato.
Brutto dirlo, ma la scelta dei cittadini è anche legata ai costi. Per una concessione di un posto terra al Cimitero di Trento ci vogliono più di 5 mila euro, mentre per un celletta con targa si oscilla tra i 549 euro per quelli con targa grande e 322 per quelli con targa piccola. Si sale fino a 1.300 euro per i posti più grandi.
Nonostante oltre il 50% delle persone morte nel Comune di Trento vengano cremate, il tempio crematorio non è ancora una realtà e i tempi continuano a dilatarsi. Era stato annunciato che entro fine anno avrebbero dovuto completare i lavori ma ciò non accadrà. Ad oggi, a causa di ricorsi vari, i lavori non sono ancora partiti anche se l’avvio dovrebbe essere imminente.
Per il momento le cremazioni continueranno ad essere effettuate presso l’impianto di Mantova al costo di 363 euro compresa urna cineraria e il Comune continuerà a rimborsare ai residenti le spese di trasporto (214 euro).
Non vanno meglio le cose per la sala del commiato laico e dei nuovi loculi per il quale è in corso un contenzione tra il Comune di Trento e la ditta Gaeta Costruzioni la quale aveva ricevuto i lavori in subappalto dalla Libra di Firenze, poi fallita. I lavori sono stati poi affidati alla seconda classificata, una ditta di Como. Ma anche in questo caso i lavori non sono ancora ripartiti.