Rovereto, Urban city tra spazi vuoti e degrado
Doveva essere uno dei luoghi che avrebbero ridisegnato il futuro di Rovereto, ma l'Urban city, il complesso nato sulle ceneri della stazione delle autocorriere nel cuore della città ed inaugurato quasi tre anni fa, non decolla.
L'unica attività ad aver messo radici nel complesso è il supermercato Conad, che gestisce anche il bar ristorante e la parafarmacia nel primo piano interrato. Resiste il negozio di scarpe Deichemann che si affaccia sulla piazza, animata solo da qualche raro evento, mentre già si vocifera di trasferimento altrove per il negozio di prodotti di bellezza e per il centro Tim. Nel frattempo ha già chiuso i battenti il bar Depero, che con tanto di patio e terrazza era candidato a diventare tra i luoghi di ritrovo per gli aperitivi cittadini. Un po' di movimento si nota solo nelle vicine vetrine dell'Apt.
Il resto è sotto gli occhi di tutti: grandi spazi vuoti ormai impolverati, il primo piano completamente deserto, gli attici che sembravano essere stati addocchiati da qualche vip ancora invenduti e la piazza è spesso luogo di ritrovo di accattoni o persone che abusano dell'alcol. Ci sono segni di degrado anche ai piani inferiori: hanno iniziato a comparire scritte sui muri del parcheggio interrato, si trovano rifiuti abbandonati qua e là e al secondo piano interrato, nel parcheggi tinto di arancione, si notano addirittura i segni degli pneumatici che testimoniano le «gare» dei ragazzini in motorino. S'incontrano spesso gruppetti di giovanissimi letteralmente accampati tra scale e parcheggio e spesso purtroppo lasciano i segni della loro presenza, ma da qualche tempo quelli motorizzati hanno addirittura scelto uno dei piani del parcheggio come pista sulla quale gareggiare con le proprie due ruote.
Resta la comodità di un parcheggio coperto da quasi trecento posti che negli ultimi tre anni è diventato punto di riferimento di tanti professionisti che lavorano in città e che prima ogni mattina cercavano uno stallo libero girovagando per le strade attorno al centro o facendo la posta alle auto in uscita nei parcheggi del centro. Pare che la sosta libera e gratuita all'Urban city però abbia i giorni contati e quindi anche la comodità del posto in pieno centro per i pendolari.
Insomma, la situazione a tre anni dall'inaugurazione dell'Urban city, sembra essere alquanto diversa dallo scenario che era stato presentato ai roveretani quando il progetto aveva cominciato a prendere forma.
«Il progetto dell'area dell'ex stazione delle autocorriere non è destinato a ridisegnare un comparto oggi degradato, ma l'intero assetto della città» annunciava l'allora amministrazione comunale nel 2013. «Contempla non solo un innovativo modello architettonico, ma anche percorsi pedonali e verdi finalizzati a unire idealmente il centro storico, corso Rosmini e corso Bettini, così come la futura piazza dell'area ex stazione, palazzo Balista della Cassa Rurale (ancora in ristrutturazione, ndr ), il teatro Zandonai e il Mart, con diverse destinazioni d'uso. Così anche la retrostante via Paganini potrebbe diventare pedonale, creando una vera rivoluzione viaria per la città». «Si ergerà un palazzo decisamente moderno, alleggerito nell'impatto visivo da una serie di trasparenze create da vetrate dove potranno trovare spazio attività commerciali», spiegavano gli amministratori ai roveretani.
Trasparenze che, ad oggi, anzichè offrire una vetrina di prestigio mettono in luce purtroppo anche ciò che è rimasto incompiuto.