Maltrattamenti e sevizie ai danni di 2 cani Dobermann
Sollevati da terra con il guinzaglio, fino ad impedire loro di respirare, colpiti con calci e botte alla testa, bloccati con museruole molto strette e costretti a vivere costantemente sul terrazzo di caso.
Basta scorrere il capo di imputazione per capire che il proprietario di due Doberbann - un 45enne ucraino imputato per maltrattamento di animali - i cani non dovrebbe nemmeno avvicinarli. Il processo a suo carico si è concluso con un patteggiamento ad otto mesi di reclusione davanti alla giudice Greta Mancini.
I fatti approdati in Tribunale risalgono all’agosto 2017 e nascondo dalla denuncia presentata ai carabinieri dalla Lega nazionale per la difesa del cane di Trento, alla quale erano arrivate varie segnalazione in ordine ai maltrattamenti inflitti ai due cani.
I due Dobermann - Desy e Oscari, questi i loro nomi - erano stati notati sul terrazzo di un’abitazione della città. Oltre all’esiguità degli spazi in cui erano costretti a vivere gli animali, in più occasioni dei cittadini avevano visto il proprietario picchiare i cani, che guaivano per il dolore.
I due Dobermann - secondo quanto emerso dall’accusa - venivano colpiti con il guinzaglio a catena, brandito come una frusta. Ma l’imputato era stato visto anche colpire i due cani a mani nude, con pugni alla testa e strattonato al punto da sollevarli da terra con il collare, tanto da rischiare di soffocarli. Proprio a seguito dei maltrattamenti inflitti i due cani avrebbero faticato a stare in piedi e, in preda alla paura costante di venire picchiati - erano anche incapaci di trattenere gli escrementi. Difficile dire se tali brutalità venissero inflitte con un qualche intento educatico - ovviamente distorto - o se si trattasse di violenza gratuita.
Dopo avere raccolto le segnalazioni di vari cittadini, nell’ottobre 2017 l’associazione si era rivolta ai carabinieri, riferendo dei maltrattamenti. Sono dunque scattati gli accertamenti dell’arma, che hanno trovato riscontro rispetto a quanto riferito nella denuncia e raccolto anche altre testimonianze, dalle quale sarebbe emerso con certezza che l’autore dei maltrattamenti era l’ucraino. A quel punto il 45enne, che peraltro avrebbe anche dei precedenti specifici, è così finito a processo con l’accusa di maltrattamento di animali. Alla fine il 45enne ha deciso di chiudere questa vicenda con un patteggiamento, che è stato ratificato davanti al giudice Mancini nei giorni scorsi.