Cannabis, proposta di legge 5 Stelle per coltivazione domestica libera
Sì all’autoproduzione della cannabis a uso ricreativo, sì alla detenzione di quantità per uso personale fino a 15 grammi. Lo prevede un disegno di legge presentato al Senato dal Movimento 5 Stelle, in netto contrasto con l’annuncio del Ministro degli Interni Salvini il qualche, pochi giorni fa, aveva invece parlato di una «stretta sul consumo» anche della cannabis light, e di chiusura degli «shop» che la vendono.
«Partendo, come base, dal lavoro fatto nella scorsa legislatura dall’intergruppo parlamentare, ho depositato in Senato un ‘disegno di legge in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati - annuncia il senatore grillino Matteo Mantero che sottolinea - Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale le organizzazioni criminali controllano la produzione la trasformazione e la vendita di ogni tipo di sostanza proibita, i trasformatori e gli intermediari. La stessa Direzione nazionale antimafia sia nel 2016 che nel 2017, nella sua relazione annuale, si è detta “favorevole alla legalizzazione prendendo atto sulla base di numeri, fatti, indagini e processi in nostro possesso del fallimento delle politiche proibizioniste».
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Scopo del ddl, spiega il senatore M5S, è quello di: «consentire, a determinate condizioni, la coltivazione della cannabis, in forma individuale (fino a 3 piante) o associata (fino a 30 persone e dopo comunicazione alla Prefettura); prevedere la liceità della detenzione di cannabis entro determinate quantità (15 grammi in casa e 5 grammi fuori), oltre a correggere la legge sulle infiorescenze, che ora vengono vendute nei cosiddetti “shop di cannabis light” per uso tecnico, prevedendone la possibilità di essere vendute per uso alimentare o erboristico (saranno soggette a tutti quei controlli dovuti e legati a quel tipo di attività) e innalzando la percentuale di thc che possono contenere fino all’1%; disciplinare le condotte illecite prevedendo una differenziazione di pena in relazione alla tipologia delle sostanze (droghe pesanti, droghe leggere)».
Secondo Mantero «anche in Italia la legalizzazione della cannabis consentirebbe un risparmio dei costi legati alla repressione penale del fenomeno e riassorbirebbe buona parte dei profitti criminali del mercato nero, che ricordiamolo nel mondo il business complessivo del narcotraffico secondo le stime si attesta a 560 miliardi di euro l’anno, mentre in Italia è stimato in circa 30 miliardi di euro, pari a circa il 2% del Pil nazionale, più della metà del mercato è costituito dalla marijuana e suoi derivati. Questi numeri - prosegue il pentastellato - secondo la Dna «confermano che la partita del contrasto al narcotraffico rimane decisiva». Insomma chi si oppone alla legalizzazione, consapevolmente o meno, sta difendendo gli interessi della criminalità organizzata».