Disco, bloccato dal bodyguard perché «non italiano»
«Educazione per tutti, non solo per chi ha la pelle chiara, nessuno ha il diritto di dirmi “tu non sei italiano” quando, invece, lo sono. Gran bella faccia tosta a non volermi far entrare solo per la mia pelle. Odio le ingiustizie, soprattutto vedere che a me mettete le mani addosso per vedere cosa ho nella giacca, mentre ai miei amici no». È con un post su Instragram che il giovane Marwane Chirah sfoga la propria delusione e amarezza per essere stato trattato come un diverso solo per il suo colore della pelle.
L’episodio è avvenuto sabato sera alla discoteca Artè di Trento nord. Il diciottenne pensava di passare una bella serata in compagnia di alcuni amici e della fidanzata. Invece all’ingresso del locale sono iniziati i problemi.
Il ragazzo, cittadino italiano, figlio di genitori di origine marocchina ma in Italia da molti anni e anche loro con cittadinanza italiana, aveva comprato il biglietto d’entrata in prevendita e, al momento di esibirlo con un documento d’identità, il bodyguard, secondo quanto racconta il giovane, ha iniziato a fargli una serie di domande sulla sua provenienza e sulla sua nazionalità e di quella dei genitori.
«Mi ha detto che se i miei genitori sono marocchini anch’io lo sono - racconta Marwane Chirah - e poi ha iniziato a mettermi le mani addosso per vedere cosa avevo nelle tasche. Gli ho detto che se me lo chiedeva con educazione gli avrei fatto vedere quello che voleva... A quel punto mi ha detto: “Bene tu non entri”. La mia fidanzata gli ha chiesto perché ha controllato solo me e non gli altri, poi si è messa a piangere. È arrivata anche una signora, che ha detto di essere la titolare, alla quale ho raccontato tutta la vicenda ma mi ha spiegato che sono stato maleducato e che se volevo entrare dovevo chiedere scusa al bodyguard... Non volevo rovinare la serata agli altri: mi sono dovuto scusare anche se sapevo di non aver fatto nulla di male. Alla fine sono entrato in discoteca ma ci sono rimasto poco perché non si respirava un bel clima. Frequento spesso questa discoteca e non è la prima volta che succede. Anche in un’altra occasione ci sono stati un po’ di problemi ma non ho detto nulla. Non credo sia giusto quello che è successo - conclude -. È un locale pubblico e ho diritto di entrare come qualsiasi altra persona...»