Il «re del trash» Dipré assolto dopo la querela di Benedetta Parodi
Il 42enne trentino Andrea Diprè, originario di Tione, è stato assolto dall’accusa di diffamazione. Il procedimento penale era stato avviato sulla base di una querela presentata contro Diprè da Benedetta Parodi, conduttrice tv e famosa per programmi e libri dedicati alla cucina.
Ex politico (partito con la Margherita e poi atterrato in Lega Nord), ex avvocato ed ex giornalista (radiato dall’Ordine), critico d’arte, telepredicatore, re del trash, produttore di video (ovviamente trash): Diprè è un po’ tutto questo. I guai fanno parte della professione. Questa volta ne è uscito grazie all’avvocato Giovanni Rambaldi che è riuscito a far passare come satirico un video dedicato alla «regina dei fornelli». Il filmato, interpretato dallo stesso Diprè, si intitola «Pollo alla cocaina». Non è una ricetta che la Parodi ha mostrato di gradire.
Non stupisce vista la girandola di presunte sniffate e di primi piani di fondi schiena femminili in cui sono stati inseriti spezzoni che ritraggono la Parodi mentre presenta un pollo al curry preparato in 9 minuti con l’uso di farina bianca. Di certo il video, caricato su YouTube, e ancora visibile, invece è stato apprezzato dal popolo del web, come dimostrano le 218.382 visualizzazioni collezionate da Diprè fino a ieri sera (a cui si aggiungono 332 commenti, spesso coloriti, sulla sua hit).
La procura di Trento aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto a carico di Diprè. Secondo il pm il video, pur provocatorio e di dubbio gusto, rispettava comunque i confini della satira. All’archiviazione si era opposto con successo il legale di Benedetta Parodi secondo cui l’accostamento proposto nel video tra farina bianca e cocaina era diffamatorio e lesivo della reputazione della nota presentatrice tv.
Valutazione condivisa anche dal giudice dell’udienza preliminare che invitò la procura a formulare l’imputazione. Il giudice sottolineava come le immagini del pollo tagliato dalla Parodi risultassero sovrapponibili con la visione di glutei femminili sui quali veniva posta una sostanza bianca che Diprè faceva finta di sniffare. La scena finale mostrava la ripresa della ricetta iniziale con la Parodi che esclamava di essere «carichissima», con evidente richiamo all’effetto della cocaina. Secondo il giudice si travalicava nettamente il diritto di cronaca o di manifestazione artistica. Valutazione non condivisa dal giudice monocratico che, a conclusione del processo, ha letto una sentenza di assoluzione. È stata accolta la tesi dell’avvocato difensore secondo cui di satira, magari non di accelso livello, si trattava.