Valsugana, una “vignetta” per frenare l’avanzata dei Tir
Una “vignetta” per frenare l’avanzata dei camion sulla Valsugana. Lo scontro con il ministro Riccardo Fraccaro sulla realizzazione della Valdastico Nord non ferma il governatore Maurizio Fugatti dal guardare avanti. Fino a meditare su cosa accadrà quando la nuova arteria autostradale (di cui l’amministrazione provinciale vuole portare l’uiscita a Rovereto Sud) sarà realizzata.
«È nostra intenzione impedire che i mezzi pesanti in arrivo dal Veneto congestionino la statale della Valsugana» ha spiegato a margine della seduta di giunta, dove ha chiarito di aver discusso con i tecnici del Ministero dei trasporti - gli stessi che si sono dimostrati convinti a procedere con l’opera che il M5s non vuole - l’potesi di introdurre una vignetta con l’effetto di limitare il traffico di mezzi pesanti sulla statale.
«I camion che non fanno parte del sistema trentino e preferiranno imboccare la Valsugana per risparmiare sui pedaggi e ridurre le distanze in direzione di Trento, saranno invece costretti a transitare sulla Valdastico Nord quando questa sarà realizzata. L’accesso sarà invece garantito agli autoarticolati diretti nelle località valsuganotte o di proprietà di aziende locali» ha spiegato il presidente della Provincia. Per ottenere la vignetta le aziende si dovranno accreditare presso l’ente pubblico, senza alcun pagamento aggiuntivo. I controlli potranno avvenire attraverso gli autovelox già installati, dotati di un dispositivo per la lettura delle targhe, come spiega il dirigente Raffaele De Col.
Va detto che si dovranno attendere diversi anni per la realizzazione della nuova arteria autostradale. Dunque le iniziative future potranno certamente essere riviste. Di certo tuttavia con il completamento della Pedemontana veneta prevista per il 2020 le previsioni di Piazza Dantre sono di un aumento consistente dei mezzi pesanti in transito in Valsugana, che potrebbe essere compreso tra le 4.000 e le 7.000 unità al giorno (tale è l’attrattività della Valdastico Nord ma che non necessariamente si riverseranno sulla Valsugana). Numeri che si punta comunque a contenere, tenendo conto dei limiti di velocità e dell’implementazione dei sistemi di interscambio per favorire i trasporti su rotaia. Sono dunque allo studio delle infrastrutture di controllo da parte di Trentino e Veneto: un piano coordinato che punti a sviluppare la mobilità alternativa e sullo “smistamento” dei mezzi pesanti sulle arterie realizzate per collegare i territori.