Anarchici bloccati a Torino: sequestrato un arsenale «C'era anche Passamani»
Erano quelli del «blocco nero», i black bloc. «Delinquenti che a Torino volevano seminare la violenza e la devastazione»: così il questore Francesco Messina dipinge il bersaglio dell’azione di polizia che sabato ha disinnescato la miccia della guerriglia urbana durante il corteo degli anarchici. In duecento persone sono stati bloccate in via Aosta prima di potersi unire alla manifestazione e, dopo una lunga e laboriosa trattativa, che si è trascinata nelle ore in cui i loro compagni sfilavano lontano, senza incidenti, in una città presidiata da 1.200 elementi delle forze dell’ordine, hanno dovuto disfarsi del loro bagaglio: sono saltate fuori 143 maschere antigas, dieci bottiglie da mezzo litro piene di benzina, 222 torce a fuoco da segnalazione, 15 fumogeni, dodici pesanti bocce in acciaio, oltre 240 uova di vernice, 86 caschi da motociclista.
Per ora sono stati denunciati in 74, ma il numero è destinato a crescere. «Speriamo che i giudici non facciano sconti a nessuno», dice il ministro dell’interno Matteo Salvini. Tra chi si è congratulato con la Questura spiccano il capo della polizia, Franco Gabrielli, e la sindaca Chiara Appendino.
A identificare il «blocco nero» è stata la Digos grazie a quello che il questore Messina ha definito «un lavoro di analisi sulla galassia anarco-insurrezionalista internazionale». Nel gruppo c’erano francesi, spagnoli, belgi, greci, svizzeri; fra gli italiani spiccano le decine provenienti dal Nord Est dell’Italia insieme a una figura carismatica del movimento anarchico, Massimo Passamani, 46 anni, del Trentino.
Insieme a loro, due frequentatori del centro sociale l’Asilo Occupato, arrestati a febbraio e poi rimessi in libertà dal tribunale del riesame.
Proprio lo sgombero dell’Asilo era stato all’origine della mobilitazione degli anarchici: due mesi di dimostrazioni in piazza e di attacchi pesanti alla sindaca Chiara Appendino. Ma critiche per la gestione dell’ordine pubblico erano arrivate anche da settori dello stesso M5S. Messina, che tra pochi giorni assumerà a Roma l’incarico di Dirigente centrale anticrimine della Polizia di Stato, respinge tutto al mittente: «Questa è una materia da addetti ai lavori, da specialisti. I giudizi di merito spettano ai competenti, alle persone che sanno di cosa si tratta. Ieri Torino ha vissuto una giornata difficile ma noi l’abbiamo risolta senza alzare un solo manganello. Se l’Asilo è stato sgomberato è perchè era un covo di sovversivi. Se ieri abbiamo impedito a della gente di manifestare è perchè era gente che voleva creare disordine. Per come la vedo io, i violenti devono essere isolati e stare al loro posto, che non è la piazza ma la galera».
Quattro giorni fa c’è stata una nuova occupazione, quella di una ex scuola. «Se ne occuperà il mio successore ma posso dire - avverte Messina - che non si possono tollerare aree di illegalità». Qui i denunciati sono già 37.