Reddito di cittadinanza, accolte 6 domande su 10 Sono 743 quelle finora respinte dall'Inps
Reddito di cittadinanza, sono già state accolte 1.145 domande. Le richieste respinte sono 743 sulle 1.927 finora esaminate. In fase di valutazione le restanti 39.
«Siamo in linea - spiega il direttore dell’Inps regionale Marco Zanotelli - con le nostre previsioni». E aggiunge: «Con i dati attuali, destinati ad aumentare a breve, possiamo dire che da Roma arriveranno nella nostra provincia circa 800mila euro al mese per sostenere le persone in difficoltà. Tra i 1.145 assegni, il 52% dei quali viene assegnato alle donne, ci sono anche le pensioni di cittadinanza (il 10% del totale)».
I beneficiari sono già stati contattati o lo saranno in questi giorni tramite e-mail oppure via sms ai recapiti indicati nel modello di domanda. Dovranno però aspettare la successiva comunicazione di Poste in cui viene fissato l’appuntamento per recarsi all’ufficio postale a ritirare la carta del reddito di cittadinanza e il relativo Pin. La tessera sarà intestata al richiedente e non è possibile avere più carte. La pensione di cittadinanza, invece, potrà essere erogata anche attraverso le modalità utilizzate in via generale per le pensioni, quindi in contanti o con accredito sul conto corrente.
Marco Zanotelli rassicura quanti temono che questa misura favorisca i “furbetti”, almeno in Trentino. E precisa: «Per ottenere i benefici, bisogna superare quattro livelli di verifiche. C’è poi il filtro dei Caf. Le domande respinte sono state infatti quelle pervenuta via posta, cioè senza controlli preventivi. Da quanto ho potuto vedere, coloro che riceveranno un aiuto ne hanno davvero bisogno». Per quanto riguarda gli importi, il direttore dell’Inps fa chiarezza: «Una persona che vive da sola avrà al massimo 780 euro al mese. Fino a 500 euro come integrazione al reddito, più 280 di contributo per l’affitto. Oppure 150 euro in caso di mutuo. Una famiglia composta da due adulti e altrettanti figli minorenni avrà fino a 1.180 euro al mese. Le cifre variano da una situazione all’altra».
Marco Zanotelli ammette che però ci sono ancora molte incognite sul processo che nei piani del governo Conte dovrebbe portare chi prende il reddito di cittadinanza ed è disoccupato a trovare un lavoro: «Ho già fatto presente alla Provincia che su questo fronte dovremo fare di più».
La card del reddito di cittadinanza, ricordiamo, funziona come una normale carta di pagamento elettronica con la differenza che, anziché essere caricata dal titolare, è alimentata direttamente dallo Stato. Può essere usata dal proprietario e permette di fare alcune spese di beni di consumo, gli stessi autorizzati per la vecchia carta Rei. Si potranno effettuare acquisti tramite Pos in tutti i supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie abilitati. Pagare le utenze (bollette elettriche e del gas), prelevare mensilmente contanti pari a 100 euro moltiplicati per la cosiddetta “scala di equivalenza” in base al numero e alla tipologia dei componenti della famiglia (il massimo che si può prelevare è di 210 euro). Effettuare un solo bonifico mensile per il pagamento del canone di locazione della casa di abitazione del nucleo familiare.
Il consigliere provinciale del Pd, Alessandro Olivi, boccia intanto la decisione della giunta di sospendere l’assegno unico per far posto alla nuova misura decisa dal governo. Prima di erogare il relativo sostegno alle famiglie in difficoltà si aspetta di capire se l’Inps concederà loro il Reddito di cittadinanza. «Se l’Inps ci metterà mesi a decidere sulla domanda di Reddito di cittadinanza un nucleo familiare povero resterà senza sostegno per troppo tempo» è il timore di Alessandro Olivi.
«L’ansia del nuovo esecutivo di mostrare l’annunciato cambiamento si traduce in una pasticciata omologazione al nuovo corso del governo nazionale» spiega l’ex assessore all’Economia. E chiude: «In precedenza la Provincia dava il reddito di garanzia e poi eventualmente faceva un conguaglio».
Il 58% delle prime 472.970 domande per il reddito di cittadinanza elaborate dall’Inps a livello nazionale ha importi sotto i 500 euro.
È quanto emerge dalla tabella dell’Inps, in base alla quale la fascia più ampia è quella compresa tra i 300 e i 500 euro (il 29,2%), che equivale a quasi 138 mila domande (137.983).
Il rimanente 42% è superiore ai 500 euro con la fascia maggiore tra i 500 e i 750 euro che con 97.493 assegni equivale al 20,6% del totale.