Bare custodite nel capannone Inceneriti tutti i resti mortali
La difesa: «Nessun vilipendio di cadavere»
I resti mortali sequestrati ad aprile in un capannone a Scurelle sono stati restituiti, inceneriti, ai Comuni di provenienza (tutti in Veneto) o ai familiari che ne avevano fatto richiesta. I rifiuti derivanti dalla traslazione - soprattutto legno, zinco, altre parti metalliche, resti di vestiti - sono invece stati conferiti alle ditte che si occupano di riciclaggio di rifiuti. In ottemperanza ad un’ordinanza del sindaco di Scurelle, i locali del magazzino sono stati sanificati.
Due mesi dopo l’accesso dei carabinieri del Noe e della polizia municipale non c’è più traccia dei resti mortali (la dizione corretta in burocratese funebre è «esiti di fenomeni cadaverici trasformativi conservativi»). Resta aperto un procedimento penale per vilipendio di cadavere e gestione illecita di rifiuti. Accuse che Guido Beber, titolare della “Linea Momenti” di Pergine, respinge con decisione.
«Da quasi 20 anni - sottolinea l’avvocato difensore, Stefano Frizzi - Guido Beber con la sua impresa si occupa di attività funerarie e cimiteriali, sia per conto dei Comuni, sia per le imprese private di pompe funebri. Si è sempre occupato di esumazioni ed estumulazioni operando con rigore e rispetto per le spoglie che era chiamato, spesso in prima persona, a disseppellire o prelevare dai feretri estumulati. Spesso anche prendendosi cura degli aspetti emotivi dei familiari che volendo assistere alle operazioni di esumazione, vedevano riemergere dal passato, dopo 20 o 30 anni, ciò che residuava del proprio genitore, del proprio figlio, del proprio caro. Per questo un’accusa di vilipendio è per Beber infamante e contestata con forza».
È un lavoro non facile quello fatto da Beber e da altre imprese come la sua. È un lavoro però necessario per garantire spazi nei cimiteri. È un lavoro che - dice lui stesso - offre anche delle gratificazioni. «Questo accade - ricorda - quando i familiari vogliono essere presenti. Ricordo il caso di due sorelle che avevano 10 anni quando morì la madre. Molti anni dopo, in occasione dell’esumazione, chiesero di vedere i resti mortali della madre di cui conservavano solo il ricordo da bambine: trascorsero qualche minuto ad accarezzare i resti. Poi ci ringraziarono commosse».
I compenso è tutto sommato magro: meno di 500 euro comprensivo di rimozione della lapide, estumulazione apertura feretro, traslazione, collocamento dei resti mortali in cassa di cellulosa, pulizia loculo, trasporto, cremazione e restituzione ceneri, smaltimento rifiuti.
Le operazioni di estumulazione iniziano al cimitero con il recupero di quanto rimane della cassa. La traslazione dei resti mortali, con il trasferimento dal feretro ad una scatola di cellulosa, avviene in cimitero o in altro luogo (come il magazzino di Scurelle) in caso di estumulazione massive.
Poi le scatole di cartone con i resti mortali, tutti identificati, vengono conferite al forno crematorio. Il ciclo si chiude con la riconsegna delle ceneri. «Non c’è stata - sottolinea l’avvocato Frizzi - alcuna pratica nascosta, vietata o non consentita».