Iscrizione all'anagrafe negata per i richiedenti asilo: Trento dà ragione al Viminale
«Con ordinanza dello scorso 11 giugno, il Tribunale di Trento ha rigettato il ricorso proposto da una richiedente asilo di origine venezuelana contro il diniego di iscrizione anagrafica da parte del comune di Bolzano.
Il giudice trentino ha riconosciuto la legittimazione passiva del Viminale, negata in altra analoga occasione dal tribunale di Firenze». Lo fa sapere lo stesso ministero dell’Interno.
«In particolare - spiega il Viminale - il Tribunale di Trento ha rilevato la legittimità della scelta del legislatore che per ‘la situazione di incertezza sulla sua futura condizione di soggetto meritevole di protezione internazionale o menò ha ritenuto ‘di non farlo iscrivere nel registro anagrafico della popolazione residente, garantendo al medesimo, però, l’accesso ad una serie di diritti che tutelano la sua personà. Si tratta, segnala il Tribunale, dell’accesso ai servizi di natura sanitaria, di accoglienza presso apposite strutture, di svolgimento di tirocinio di formazione e di attività di volontariato e lavorativa, nonchè di accesso all’apertura di rapporti di credito, che rendono il richiedente equiparato, o più che verosimilmente parificato, ai cittadini residenti».
«Ha evidenziato il Tribunale - prosegue il ministero - che “non viene in rilievo una violazione del principio di uguaglianza, considerato che la situazione del richiedente asilo è sicuramente diversa da quella del cittadino residente anagraficamente presso qualsiasi comune italiano, non potendo le due situazioni giuridiche soggettive essere oggetto di equiparazione sostanziale”. Il ricorso è stato rigettato con condanna al pagamento alle spese da parte della ricorrente in assenza “della sussistenza di alcuna circostanza idonea a far ritenere sussistente un irreparabile pregiudizio dalla mancata iscrizione anagrafica”».