Tunnel del Brennero: in Austria un'esplosione dei costi Zurlo: qui invece risparmiamo
Il tunnel del Brennero per la parte trentina è in ritardo? «Certamente sì rispetto a Bolzano: qui nel 2028 saranno operative la galleria di base del Brennero e la Ponte Gardena Fortezza che da sole consentiranno di aumentare del 30% la capacità di trasporto merci dei treni sulla nuova ferrovia del Brennero. Se a Trento saranno pronti nel 2028 non lo so, ma se non partono mai i lavori è difficile dire quando finiranno». Raffaele Zurlo, amministratore delegato della società europea del Tunnel del Brennero per la parte italiana ha risposto così l'altroieri alle domande della Commissione urbanistica del Comune di Trento salita per visitare il cantiere del tunnel del Brennero a Fortezza.
Una risposta a Zurlo è arrivata sempre l'altroieri ma nel pomeriggio durante l'audizione di Raffaele De Col e Laura Pretto durante la seduta della Commissione comunale urbanistica. «Zurlo avrebbe dovuto parlare delle sue cose - replica indispettito De Col - Noi a fine mese saremo a Roma per il progetto della circonvallazione di Trento del corridoio del Brennero e per definirne le tempistiche. E il 2028 è la data ancora valida per dire che sarà operativa».
Nella sua relazione Zurlo aveva messo in evidenza l'andamento del cantiere dal 2011, anno in cui si è insediato alla Bbt, fino a oggi. L'ingegnere ha chiarito come i costi per la parte italiana e i tempi «siano stati rispettati» finora e che, addirittura, ci sia stata una riduzione dei costi di 10 milioni di euro sul budget del 2018.
«Per il futuro, alla luce dell'andamento dell'inflazione e dei lavori, se saremo fortunati staremo al di sotto degli 8,38 miliardi di euro di costi complessivi della galleria del Brennero che vengono stimati». Se la parte italiana con «leggi che sono molto evolute e che ci hanno permesso di fare i lavori nei tempi e nei costi previsti« sta rispettando tempistiche e costi, come è noto la situazione della parte austriaca non è così rosea. Per ora, oltre ai 75 milioni di euro di extracosti contestati dallo stesso Zurlo per iscritto al collega Konrad Bergmeister per il lotto Tulfes Pfons, praticamente completato, ce ne sono altri 229 in più segnalati da una interrogazione del 5 Stelle trentino Filippo Degasperi.
Sulla questione degli extracosti, Zurlo si limita a dire che l'Italia ha fatto finora tutto secondo budget e tempistica, e alla Commissione dice che «con l'Austria sulla valutazione del costo complessivo in cui loro valutano in maniera diversa da noi i rischi e la rivalutazione monetaria, troveremo un accordo». Ma è certo che la parte italiana della Bbt è preoccupata di dover pagare con il 50% delle proprie risorse, che sono in capo ai cittadini italiani e agli azionisti della Bbt, tra cui la Provincia di Trento e di Bolzano, costi che stanno esplodendo in Austria. E, secondo quando si sa, la ragione non sarebbero problematiche inaspettate in termini di geologia o cantiere, ma il fatto di non avere voluto applicare le best practices adottate dai vicini italiani nella realizzazione della stessa opera. Il caso ora si sposta a Vienna, dove sugli extracosti ci sarà una seduta del consiglio di sorveglianza della Bbt Se a fine mese.
Zurlo, poi, nella sua comunicazione alla Commissione urbanistica ha fatto capire come il coinvolgimento della popolazione locale interessata dall'opera e l'ascolto delle loro istanze consenta di costruire l'accettazione dei cittadini rispetto a cantieri che durano anni e che sono ovviamente impattanti. «La parte fondamentale per realizzare un'opera del genere è avere il consenso della popolazione senza il quale l'opera si ferma. E per farlo noi abbiamo ascoltato le istanze dei sindaci e dei loro cittadini». E ha poi chiarito come nel percorso tra Fortezza e Innsbruck i 64 km di tunnel (55 nuovi e 9 gia' esistenti) permetteranno di trasportare le merci in 35' (velocità massima dei treni 160 km/h) contro 1 ora e 45' attuale e le persone in 25' contro 1 ora e 20' attuali (250 km/h). Per ora dei 230 km di tunnel del progetto 101 sono stati scavati.