Ondata di caldo record, domani il picco

di Leonardo Pontalti

Il picco dell’ondata di caldo è atteso per domani, quando in valle dell’Adige si potrebbero toccare i 40°, mai rilevati a giugno. Ieri si è arrivati a 33, anche se i termometri nelle piazze erano a 39. L’afa insomma si è fatta sentire in Trentino. Alte temperature anche in quota: ieri sono stati due gli escursionisti colpiti da malori riconducibili a colpi di calore. Non è un caso che entrambi gli interventi del Soccorso alpino e dell’equipaggio dell’elicottero dei vigili del fuoco permanenti di Trento si siano concentrati tra le 13 e le 15: nel primo caso, verso le 13.15, un 71enne vicentino è stato colpito da un infarto nella zona del monte Cola, nel gruppo del Lagorai.

Stava effettuando un’escursione assieme ad un gruppo di amici, che hanno subito dato l’allarme, permettendo così ai soccorritori di intervenire. La tempestività con la quale l’anziano ha potuto essere assistito ha permesso di salvargli la vita. Ora il settantunenne si trova al Santa Chiara di Trento.

Poco prima delle 15, poi, in val di Fiemme, a Ciamp de le Strie, un settantenne si è sentito male non appena giunto all’omonima Baita: il gestore ha dato immediatamente l’allarme, permettendo così l’intervento dei soccorritori che hanno trasferito l’uomo a Cavalese per accertamenti.

Attenzione dunque, anche e soprattutto in quota, a limitare gli sforzi nelle ore più calde, pianificando le escursioni in modo da concentrare l’impegno maggiore alla prima mattinata, mantenendosi sempre ben alimentati e soprattutto idratati: solo qualche giorno fa, nella notte tra sabato e domenica, una 22enne tedesca è morta al Santa Chiara dopo un colpo di calore accusato giovedì scorso affrontando una ferrata.
Il caldo si farà sentire con maggiore intensità tra quest’oggi e venerdì, quando i trentini potrebbero avere a che fare con temperature mai sperimentate prima, quantomeno a giugno. Esageriamo? Quasi certamente no: non si tratta di «facili» allarmismi. Secondo i migliori modelli meteorologici, l’alta pressione africana dovrebbe infatti far schizzare la colonnina di mercurio fra i 38° e i 40° in valle dell’Adige. Dati storici alla mano, si tratterebbe di valori mai rilevati a giugno da quando esistono le stazioni meteo con misure affidabili, da quasi un secolo a questa parte, quindi.

A TAVOLA? PIATTI FREDDI E TANTA ACQUA

La «colpa» della calura? Tutta di un anticiclone che dall’Algeria si protende verso il Mediterraneo su Francia e centro Europa ma che si sta spostando verso il Nord Italia e le Alpi. In vista della «botta» africana, il Servizio prevenzione rischi della Provincia ha emanato una allerta: «In Valle dell’Adige si toccheranno valori massimi superiori ai 35°, con punte fino a 38°/40°», si legge nel comunicato disponibile anche su meteotrentino.it.

(Nella foto di Cristina Bort, la situazione oggi a Caldonazzo)

La fase bollente durerà fino a lunedì 1° luglio, con le massime più alte, su valori da record storico, nel pomeriggio di domani. Occhio poi alle minime, alte, nella notte su venerdì con valori da insonnia, previsti da meteotrentino attorno ai 24° e pure di più in città per l’effetto isola di calore. Venerdì la prima leggera flessione: aumenterà la possibilità di temporali pomeridiani, ma il vero break con tuoni e fulmini non arriverà prima di martedì/mercoledì prossimi.
Esagerato parlare di record? Un occhio alle statistiche storiche con una postilla: a giugno di solito non cadono i picchi estremi annuali, più spostati in avanti a luglio o agosto. Quasi a rischio però persino i record assoluti dell’11 agosto 2003. Per quel che riguarda giugno, a Roncafort, dove l’osservatorio è attivo dal 1978, l’estrema massima è di +36.5°, toccata il 13 giugno 2003 (fu notoriamente un’estate «infinita»). A Trento Laste, dove la serie parte dal 1921, spiccano i +39.2° del 1939, ma il dato è affetto da incertezza e non ha riscontri in altre stazioni, mentre dal 1940 in poi il picco più alto è il +37.2° del 30 giugno 1950.



I modelli, per domani ipotizzano valori più alti. L’ottimo lam (modello ad area limitata) sviluppato dal Gruppo di Fisica dell’Atmosfera della facoltà di ingegneria “vede” i fatidici 40° nella val d’Adige da Salorno a Bolzano: a portare le temperature alle stelle infatti non bastano valori record in quota (+25° in libera atmosfera a 1.500 metri, mai visti in regione nemmeno nell’estate 2003) ma serve la concomitanza di flussi da nord. Il modello sviluppato dall’ingegner Lorenzo Giovannini (visibile su meteo.unitn.it) vede basse umidità in Alto Adige con picchi di 40° e venti di caduta, mentre sul Trentino i valori saranno un filo più bassi (fra 37° e 39°) però con più umidità e foschia. A seconda delle zone vivremo quindi una differenza fra due termini spesso confusi: il caldo afoso (umido) in Trentino e un caldo più torrido (asciutto, più sopportabile) in Alto Adige.

Proprio in Alto Adige la soglia dei 30 gradi è stata superata addirittura al passo del Brennero, a Predoi in alta valle Aurina e a Dobbiaco.

A San Valentino alla Muta, a 1.500 metri di quota nei pressi del lago di Resia, sono stati misurati 30,2 gradi, il valore più alto dall’inizio delle misurazioni meteorologiche nel 1956.

Come informa il meteorologo provinciale Dieter Peterlin, le temperature domani continueranno a salire. Non è escluso un nuovo record storico. Quello attuale è di 40,1 gradi registrati l’11 agosto del 2003 a Termeno, mentre il record di giugno - 39,2 gradi il 28 giugno 2005 a Merano - sembra davvero a portata di mano.

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