Operaio stroncato dal caldo muore a 57 anni in fabbrica alla Unifarm di Ravina
Lo hanno trovato riverso a terra, incosciente. Fatale, quasi certamente, un colpo di calore, che ne ha compromesso irrimediabilmente le funzioni vitali: Michele Dematté, 57 anni, di Trento, si è spento sabato pomeriggio nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dove era arrivato in condizioni disperate la sera prima. A distanza di una settimana dal decesso della 22enne tedesca, che si era sentita male dopo avere affrontato la ferrata “Che Guevara” sul monte Casale, dunque, c’è dunque un’altra vittima di un colpo di calore, tecnicamente di ipertermia, ovvero da un innalzamento della temperatura coroporea.
Una condizione per fortuna eccezionale, legata anche al caldo straordinario di questo periodo: il colpo di calore infatti può verificarsi proprio per l’alta temperatura dell’aria, l’alta umidità e una prolungata esposizione al sole.
Il malore, il cui esito è stato purtroppo fatale, è successo venerdì sera presso la sede dell’Unifarm di Ravina: qui l’uomo, operaio, era stato trovato incosciente. Subito erano stati allertati i soccorsi, con la chiamata alla centrale unica dell’emergenza, al numero 112. Sul posto sono arrivati i soccorritori inviati da Trentino Emergenza, con l’ambulanza e l’automedica.
Le condizioni di Dematté, purtroppo, sono parse da subito drammatiche. È probabile, visto che il malore si è verifcato sul luogo di lavoro, che vengano svolti degli accertamenti, per appurare se tutte le norme di legge per la sicurezza siano state rispettate. Di conseguenza potrebbero essere dispostii anche accertamenti sulla salma per stabilire con esattezza la causa del decesso. Il quadro emerso, tuttavia, sembra lasciare pochi dubbi sul fatto che il 57enne si morto in seguito ad un colpo di calore.