La truffa del cambio di soli Prete perde 3mila euro
Si è presentato in canonica con una bottiglia di vino in mano. Un modo gentile per rompere il ghiaccio e abbassare le difese del suo interlocutore. Poi ha espresso l’intenzione di fare una donazione alla parrocchia. Un gesto di solidarietà, da “ripagare” con un piccolo favore: il cambio di una somma di denaro con banconote di piccolo taglio. Ma l’offerta non è mai arrivata e al denaro consegnato dal religioso non è stata corrisposta alcuna somma in banconote di grosso taglio.
La vicenda finita in procura sarebbe la più classica delle truffe. Tanto più che, al caso denunciato dal religioso, si aggiungerebbero altri raggiri mancati, con un “copione” pressoché uguale.
I fatti risalgono all’inizio di settembre dello scorso anno. Quel giorno, come ricostruito dai carabinieri, l’indagato - un 42enne residente in Rotaliana - si presenta presso la canonica del sacerdote. In mano ha una bottiglia di vino e dice al parroco di essere intenzionato a fare una donazione per la parrocchia di ben 20mila euro. I due, visto che il sacerdote è impegnato, si danno appuntamento per il giorno seguente.
L’indagato avrebbe raccontato di essere un imprenditore del settore dei rifiuti e di avere ottenuto una grossa somma di denaro dallo smaltimento di materiali speciali. Circa 300 mila euro, tutti in banconote da 500 e 200 euro, derivanti da un’attività non proprio regolare. L’uomo, dai modi di fare gentili e dall’aria distinta, evidentemente parla in modo convincente, prospetta una situazione di difficoltà e chiede al sacerdote se può cambiare subito almeno un terzo di quella somma con banconote di piccolo taglio, dicendosi pronto a dargli un interesse sul denaro messo a disposizione.
Il religioso, però, rifiuta la proposta, ma non chiude la porta al suo interlocutore, dicendosi comunque disponibile a parlare con lui. Ed è così che quando il 42enne lo contatta sul telefono cellulare invitandolo ad andare nel suo appartamento, in piana Rotaliana, il religioso acconsente. Qui, dopo una chiacchierata, il parroco si sarebbe lasciato convincere ad accettare la proposta, anche se per una somma decisamente più contenuta: 3000 euro, da consegnare in banconote da 50 e da 20. Verso la fine di settembre il religioso torna con il denaro e lo consegna, attendendo di ricevere in cambio la somma corrispondente in banconote di grosso taglio. Inutile dire che l’attesa nell’appartamento diventa sempre più lunga e che, per sopraggiunti problemi, l’indagato non riesce a restituire subito nemmeno un euro.
Anche la promessa di provvedere nei giorni successivi non viene mantenuta e al religioso, dopo vani tentativi di ricontattare l’uomo, non resta che sporgere denuncia. Dalle indagini dei carabinieri emerge in primis che il vero nome del 42enne è un altro: il cognome indicato nel presentarsi sarebbe quello del proprietario dell’appartamento in cui viveva. Lo stesso che ricorre nella segnalazione fatta nel febbraio 2018 dalla Curia di Trento rispetto a tentativi di contatto con alcuni parroci ai quali diceva di volere fare una donazione in memoria della madre morta. Anche in questo caso c’era però la richiesta di cambiare la somma di denaro con banconote di piccolo taglio.
Per quanto riguarda la presunta truffa messa la procura ha chiesto l’archiviazione per il 42enne, assistito dal’avvocato Zeno Perinelli, ritenendo che non sussistno gli elementi del raggiro, ma il giudice l’ha respinta ed ha fissato un’udienza.