La truffa del finto avvocato Sei anziani nel mirino
«Sua figlia (ma poteva essere anche il marito o un figlio), ha provocato un incidente, servono i soldi per tirarlo fuori dai guai e pagare la cauzione».
Dall’altro capo del telefono un sedicente avvocato. Il copione si ripete uguale, con qualche variabile, ma un unico obiettivo: ottenere denaro. Sei le persone contattate nello stesso giorno, tutte anziane e residenti ad Aldeno: per fortuna quasi tutte “resistono” al raggiro, insospettite dall’interlocutore, ma c’è anche chi consegna perfino la fede della madre e del marito defunti pure di aiutare la figlia. Autore dell’odiosa truffa, che fa leva sul timore e la preoccupazione suscitata nelle vittime per le sorti del proprio famigliare, sarebbe un 29enne napoletano, attualmente in carcere. La procura ha chiesto per il giovane il rito immediato e, in autunno, l’uomo dovrà comparire davanti al giudice, assistito dal suo avvocato Alessandro Meregalli. Sette sono i capi di imputazione di cui deve rispondere, sempre in concorso con un’altra persona rimasta da identificare, che avrebbe fatto le telefonate per adescare gli anziani.
Sua figlia ha provocato un incidente, servono i soldi per tirarlo fuori dai guai e pagare la cauzione
È il 21 giugno 2018 quando i truffatori gettano l’amo, telefonando a svariate persone di Aldeno, tutte anziane.
Nel primo caso - l’unico in cui la truffa è riuscita - viene contattata un’85enne. L’uomo, probabilmente il complice rimasto non identificato - le telefonate secondo l’accusa sarebbero partite da Napoli - chiede alla donna se ha figli. L’anziana spiega di avere una figlia. A quel punto scatta la trappola: all’anziana viene detto che la figlia è stata coinvolta in un incidente e che avrebbe dovuto pagare 1000 euro. Una somma che avrebbe dovuto servire per pagare una cauzione. Poco dopo, in effetti, passa un incaricato a casa dell’anziana (per l’accusa sarebbe il 29enne).
La donna, alla quale viene prospettata una situazione di pericolo, consegna 400 euro. E siccome non ha altro denaro dà all’imputato anche la fede nuziale, quella della madre e del marito defunti, oltre ad altri gioielli. Ma al truffatore non basta. E la cifra chiesta lievita a 5.900 euro, pena la permanenza in carcere della figlia per mesi. Una somma che, per fortuna, l’anziana non riesce a consegnare, anche perché le condizioni di salute le impediscono di andare in banca.
Quello stesso giorno viene contattata anche un’altra persona, al quale il truffatore si presenta come un avvocato, incaricato di difendere il figlio, ma la donna non abbocca.
La terza telefonata viene fatta dal falso avvocato ad un 80enne: anche in questo caso al signore viene detto che il figlio ha avuto un incidente, peccato che l’uomo non abbia figli. Ecco allora il tentativo di truffare una quarta persona, sempre anziana, sempre con lo stesso “menù”: il figlio coinvolto in un incidente e i soldi da pagare per difenderlo. Ad un’ottantenne il falso avvocato dice che il marito ha causato un incidente: ma quando la donna riceva la telefonata il consorte è proprio accanto a lei. La sesta truffa fallita, invece, scatta nei confronti di una 77enne, che pure non paga, insospettita dalla richiesta di denaro per difendere un familiare.