Zaia piange il mulo degli alpini che oggi verrà sepolto a Vittorio Veneto «I suoi occhi mi avevano colpito»
Le ceneri di Iroso, l'ultimo mulo degli Alpini, morto un mese fa dopo essere stato «salvato» dal macello dopo la dismissione dai reparti, saranno oggi tumulate in forma solenne nel monumento di Vittorio Veneto.
Non ci sarà - al contrario di quanto annunciato - il presidente della Regione Veneto, Zaia. Il quale però ha inviato questo mnessaggi odi cordoglio e affetto per il mulo.
“Si merita sicuramente di essere considerato un vecchio alpino per quanto ha rappresentato per le Penne nere ma io lo sento anche come un vecchio amico. Ho quindi un motivo in più per ringraziare e mandare un sincero saluto a tutti coloro che domani parteciperanno alla tumulazione di Iroso, mulo che rimarrà un simbolo nella storia delle nostre truppe alpine e del Veneto. Al Mulo con la emme maiuscola confermo commosso il mio omaggio e quello di chi crede nei valori della nostra cultura veneta” sono le parole del presidente Luca Zaia che accompagneranno le ceneri di Iroso – ultimo rimasto tra i muli immatricolati nell’esercito e salvato dalla macellazione negli anni Novanta - alla sepoltura, oggi a Vittorio Veneto. Cerimonia alla quale, afferma un comunicato stampa della Regione Veneto, «con grande dispiacere, il Governatore non potrà essere presente a causa di altri, concomitanti, impegni istituzionali».
“Lo avevo soprannominato generale perché Iroso è stato veramente un simbolo del legame secolare tra l’uomo e l’animale, tra l’Alpino e il Mulo – aggiunge Zaia -. I suoi occhi profondi e di un’espressività unica mi erano rimasti impressi fin dalla prima volta che lo vidi ad un’Adunata. Aveva la rugosa serenità di quei nostri vecchi, provati dalla vecchiaia e dal lavoro ma forti nella solidità di una vita vissuta. Nella sua espressione si leggevano la docilità e la forza che da sempre, insieme alla fedeltà, hanno fatto del mulo il fratello dell’alpino nelle fatiche della guerra e del lavoro in tempo di pace”.
“Da domani Iroso sarà un simbolo ulteriore – conclude il Presidente – uno dei rari animali che riposano sotto un monumento. Ha avuto in sorte di vivere a lungo, molto per una bestia, grazie ai sentimenti di chi conosceva i muli e non ha accettato che fossero solo mezzo di lavoro prima e carne da macello poi. Ringrazio l’alpino De Luca per quanto ha fatto e la sezione Ana di Vittorio per l’organizzazione della cerimonia. Un momento che conferma come un affetto così grande non si estingue con un tratto”.