Bimbo ucciso e gettato nel fosso: la mamma in carcere a Trento

Proseguono le indagini della Procura di Bolzano dopo il ritrovamento di un neonato morto in un cespuglio nel Meranese. Nella serata di ieri è stata fermata la madre del piccolo, una cittadina rumena impiegata in Alto Adige come raccoglitrice stagionale di mele.

La donna, che è stata ricoverata in ospedale per emorragia, nella serata di ieri è stata trasferita nel carcere di Trento. Oggi, sottoposta all'interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La giovane rumena di 25 anni è indagata per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. 

La Procura ha ascoltato alcune persone informate sui fatti e sono stati sottoposti a sequestro alcuni oggetti ed indumenti, oltre alla stanza nella quale la donna soggiornava. Ulteriori elementi sono attesi dall’autopsia sul corpo del piccolo, i cui risultati dovrebbero essere resi noti nella giornata di oggi.

Il corpicino del bimbo era nascosto in un cespuglio tra i meleti sopra Lana, con la testa avvolta in un panno. Lo hanno trovato due turisti che stavano passeggiando. Si erano fermati poco prima in un maso-trattoria della zona assieme al loro cane per poi proseguire la passeggiata. Dopo pochi metri la donna aveva notato qualcosa in un cespuglio e aveva richiamato l’attenzione dell’amico, che si era avvicinato scoprendo che si trattava di un bambino.

I due turisti avevano quindi avvisato Oswald Verdorfer, contadino e titolare del locale, che aveva chiamato il 112. «Il piccolo era nudo, ma pulito, un maschietto. Io non me la sono sentita di guardare, ero sotto shock. Il turista invece ha controllato il polso e ha detto che il corpicino era freddo», ha raccontato Verdofer.

Il medico intervenuto sul posto ha stabilito che il piccolo era morto da alcune ore. Non è da escludere che gli inquirenti svolgano successivi accertamenti anche sul lavoro svolto dalla donna, data la sua condizione. Se una donna lavora in un’azienda agricola, infatti, sono considerati incompatibili con la gravidanza fattori come l’esposizione a temperature sfavorevoli, o la movimentazione di carichi superiori ai 5 chili.

C’è poi un altro aspetto, più generale: secondo gli ultimi dati della Guardia di finanza, il 21% dei braccianti occupati nella raccolta delle mele e nella vendemmia in Trentino Alto Adige sono irregolari.

 

 

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