Migliaia di macchinette mangiasoldi in azione A Trento 877 slot, ma solo in 8 per i controlli
Dal gioco d’azzardo lo Stato - e di riflesso anche la Provincia di Trento - incamera miliardi di euro. Nel solo Trentino nel 2018 sono stati giocati 532 milioni di euro. Eppure lo Stato investe poco o nulla nei controlli delle migliaia di slot machines spuntate come funghi in tutta la provincia. Nel solo Comune di Trento giocatori in cerca di fortuna l’anno scorso hanno puntato 179 milioni di euro. Buona parte di questo tesoro è stato “bruciato” attraverso le slot machines: gli apparecchi operativi in città sono 877 di cui 679 awp (chiamate anche “new slot” accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie) e 198 vlt (le videolottery accettano anche banconote, sono presenti in locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte). Ma l’Ufficio dei monopoli di Trento - competente anche su tutto l’Alto Adige - con una manciata di dipendenti a malapena riesce a tenere aperto il servizio, ma certo non può controllare questo esercito di slot machines (oltre a portare avanti tutte le altre incombenze in settori strategici come le accise e i tabacchi).
«La situazione è destinata a collassare da un momento all’altro», attaccano Giuseppe Vetrone e Carmelo Urgesi della segreteria regionale Flp, la Federazione lavoratori pubblici. Il personale è infatti ridotto ai minimi termini: «La causa principale di tutto ciò - sottolinea il sindacato - è la gravissima carenza di personale, passato dai 24 dipendenti di qualche anno fa, agli 8 attuali che diventeranno 6 tra qualche mese a causa dei pensionamenti, compreso un impiegato in part-time ed uno con legge 104. A questo si aggiunga la perdita di professionalità ed esperienza sprecate, ogni qualvolta si ha un collocamento a riposo, senza alcuna possibilità di poter trasferire le competenze maturate a qualcun altro nuovo assunto».
Eppure gli uffici dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli consentono allo Stato - che poi per 9 decimi le gira alla Provincia - di incassare risorse enormi. L’Ufficio ha infatti ampie competenze che vanno dal contrasto al gioco clandestino ed alla connessa evasione fiscale, alle indagini sul contrabbando di tabacchi;dalle verifiche tecniche su centinaia e centinaia di macchinette ed apparecchiature di intrattenimento (slot, videolottery, scommesse), alla trattazione di migliaia di pratiche tra autorizzazioni amministrative complesse, licenze di esercizio per la gestione delle rivendite di tabacchi.
Secondo il sindacato Flp con l’attuale organico di 7/8 persone si riesce a malapena a garantire il disbrigo dell’attività ordinaria. «È mai possibile - si chiede Petrone - che lo Stato incassa una cifra mostruosa dal settore giochi e non reinveste un solo centesimo per migliorare i servizi, i controlli e per il presidio del territorio?».
Qualcosa però sembra muoversi. Nei giorni scorsi a Trento sono arrivati i vertici del Triveneto dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Si va verso la nascita di due uffici autonomi per Trento e per Bolzano. In vista di un auspicato rafforzamento la Flp chiede un concorso «per coprire l’organico necessario al buon funzionamento degli uffici». Ma si chiede anche «un serio investimento in fatto di risorse umane e di risorse strumentali, per il controllo capillare nel settore dei “giochi” che, da solo, nello scorso anno 2018 ha portato nelle casse dello Stato, un vero e proprio patrimonio calcolato in circa un miliardo e duecentocinquanta milioni di euro tra le province di Bolzano e Trento».