Ötzi ed i muschi che aveva addosso ci raccontano il clima di allora e dicono che venne dalla Val Senales
Il tappeto di muschi delle Alpi ai tempi di Ötzi era simile a quello attuale: lo indica l’analisi dei resti di 75 specie di muschi di 5.000 anni fa, trovate nell’area in cui è stato trovato l’uomo del Similaun. La scoperta, pubblicata sulla rivista «Plos One», si deve ai ricercatori guidati da James Dickson, dell’università britannica di Glasgow.
Accanto all’uomo mummificato vissuto 5.300 anni fa, e trovato a circa 3.200 metri di altezza sulle Alpi italiane al confine con l’Austria, sono stati individuati tantissimi resti di piante, muschi e funghi. Il luogo in cui è stata scoperta la mummia è l’unico sito a tale altitudine in cui sono stati trovati resti di muschi conservati per migliaia di anni e i ricercatori si sono concentrati su quelli.
Tra le 75 specie individuate ci sono varietà di muschi che vanno da quelle che vivono a bassa quota a quelle ad alta quota, nonchè 10 specie, che raramente si conservano nei siti archeologici. Solo il 30% dei muschi identificati sembra appartenere a specie locali, mentre il resto è stato trasportato sul posto da Ötzi. I frammenti infatti sono stati trovati nel suo abbigliamento e nel suo intestino. Altri sono stati individuati negli escrementi di animali trovati nel ghiaccio accanto all’uomo.
«Questi risultati - ha osservato Dickson - hanno sollevato in noi molte domande, per esempio ci siamo chiesti da dove provengono i frammenti; come sono arrivati esattamente lì e come ci aiutano a comprendere l’uomo venuto dal ghiaccio». Da questi resti, i ricercatori hanno innanzitutto dedotto che la comunità dei muschi nelle Alpi 5.000 anni fa era praticamente simile a quella di oggi.
Inoltre, le specie non locali aiutano a confermare il percorso intrapreso da Ötzi verso il luogo in cui è finito il suo viaggio. Infatti, molte delle specie di muschio identificate prosperano oggi nella bassa valle della Val Senales, al confine tra Italia e Austria, suggerendo che Ötzi abbia viaggiato lungo la valle durante la sua salita.
Questa conclusione è corroborata da precedenti ricerche sui pollini, che hanno anche indicato in Val Senales la probabile via usata dall’uomo per salire lungo il ghiacciaio.