Una festa per due vescovi: auguri di compleanno a Lauro Tisi e padre Pachi
Una festa per due vescovi, con quasi duecento invitati arrivati per l’occasione da ogni angolo del Trentino, dal Sudamerica e dalla Francia. Nella mattina di venerdì, il convento dei francescani di via Grazioli, una delle strutture religiose più antiche della città, si è riempito di fedeli provenienti da tutto il mondo per celebrare, con una messa ed un pranzo comunitario, l’ottantesimo compleanno del vescovo ausiliario di Lima Adriano Tomasi, da tutti conosciuto come padre Pachi, e il 57esimo compleanno dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi (insieme al centro nella foto). Ad accompagnare i due prelati, che hanno ricevuto un abbraccio caloroso da parte della comunità di fedeli, di amici e conoscenti presenti in grande numero, era presente anche il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo emerito di Lima, e l’arcivescovo emerito di Trento Luigi Bressan.
La cerimonia si è tenuta nella piccola chiesa del convento, gremita all’inverosimile di persone, dove è stata concelebrata una funzione religiosa da parte dei prelati Tisi, Tomasi e Cipriani, con i paramenti vescovili, come vuole la tradizione. Considerata la grande presenza di stranieri, Tomasi si è voluto rivolgere ai fedeli in tre lingue, ringraziando poi i convenuti in italiano, in cinese e in spagnolo, gli idiomi utilizzati nel corso della sua vita di missionario.
«Sono davvero grato a tutti - ci ha poi detto a margine, padre Pachi, con la voce tremante per l’emozione e la gioia - per questa straordinaria giornata di festa, che vuole essere un modo per condividere un percorso fatto insieme e che continuerà anche senza di me. Senza le tante persone che mi sono state vicine durante i miei lunghi anni di attività, come missionario e come vescovo ausiliario, non avrei potuto fare nulla di ciò che ho fatto».
La grande presenza di fedeli da tutto il Mondo arrivati per i festeggiamenti a Trento è un segno tangibile dell’attaccamento di tante persone al prelato francescano, partito dal piccolo abitato di Meano nel secondo dopoguerra e diventato nel tempo un punto di riferimento per la comunità peruviana, in particolare per i più poveri. «Non sono io - ha però precisato, umilmente - ma le persone che mi hanno aiutato ad aver fatto la differenza. Da parte mia, mi considero solamente uno strumento, una matita nelle mani del Signore».
Ai festeggiamenti, in ogni caso, non mancavo tanti trentini, arrivati appositamente per festeggiare l’arcivescovo Tisi, il quale ha voluto ringraziare Tomasi e ricordare l’amicizia che li unisce. «La nostra - ha precisato - è un amicizia che prosegue da tanti anni, e che mi ha insegnato tantissimo, soprattutto per la straordinaria capacità di mediatore di padre Pachi, oltre alla grande serenità che lo abita».
Dopo la funzione religiosa, i festeggiamenti si sono spostati nel chiostro del convento, per l’occasione addobbato con la bandiera italiana e quella peruviana.