Bolzano: via libera dalla Provincia ai medici che non sanno l'italiano. Il sindacato pronto a fare ricorso
Medici che non parlano italiano possono comunque esercitare la professione a Bolzano senza l’equiparazione dei titoli, prevista per legge: lo permette una Legge provinciale pubblicata a fine ottobre. A rilevarlo è la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che ora chiede al governo di valutarne l’impugnazione, sottolineando che «anche l’Alto Adige fa parte del Servizio Sanitario Nazionale».
La Sanità altoatesina ancora, dunque, sotto i riflettori. Non si è spenta l’eco dei manifesti con un uomo morto, secondo il partito Südtiroler Freiheit, perché «il medico non sapeva il tedesco» e già, afferma la Fnomceo, «un’altra iniziativa arriva a minare l’unità del Servizio sanitario».
Si tratta della Legge provinciale n.10 del 17 ottobre 2019, che autorizza i medici che conoscano solo il tedesco a esercitare nella provincia autonoma di Bolzano, bypassando, nel caso si tratti di medici stranieri, la normativa nazionale. Normativa che prevede il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero da parte del Ministero della Salute e poi, per l’iscrizione all’Ordine, l’accertamento della conoscenza della lingua e delle normative italiane.
La Fnomceo, «pur comprendendo l’importanza che la questione dell’autonomia e del bilinguismo ricopre in Alto Adigè, si dice »preoccupata« ed il presidente Filippo Anelli ha scritto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e a quello della Salute, Roberto Speranza, per segnalare l’elusione della normativa nazionale e valutare l’impugnazione di parte della Legge provinciale.
«Di fatto i requisiti e i titoli per praticare la professione medica in Italia sarebbero elusi dalla semplice legge provinciale, introducendo una misura che attua la separazione normativa dell’Alto Adige dal sistema nazionale - argomenta Anelli in una nota -. La parificazione fra le lingue italiana e tedesca, dettata dall’articolo 99 dello Statuto di Autonomia, verrebbe riconosciuta, ma ignorando che, ai sensi del medesimo Statuto, è l’italiano la lingua ufficiale dello Stato e che, come tale, essa debba essere conosciuta ai fini dell’esercizio della professione«. La parificazione del tedesco all’italiano per l’iscrizione agli Albi professionali, prosegue Anelli, «consentirebbe ai medici austriaci di esercitare nella provincia di Bolzano senza che abbiano conoscenza della lingua italiana».
«In qualità di presidente della Fnomceo, che agisce quale organo sussidiario dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale - conclude - chiedo alle SS.VV., quali rappresentanti del Governo, di valutare l’opportunità di porre in essere tutte le necessarie iniziative di competenza, affinché attraverso l’impugnazione sia soppressa quella parte della legge in cui si fa riferimento alla possibilità, per medici ed altri iscritti ad Ordini e Collegi professionali senza alcuna conoscenza di lingua italiana, di esercitare in Alto Adige, creando una sorta di extraterritorialità dell’Alto Adige rispetto al resto del territorio nazionale».