Tentato omicidio a Borgo: lite per l'eredità contesa Teddy Cipriani resta in cella
Teddy Cipriani si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il 50enne arrestato con l’accusa di tentato omicidio per aver colpito alla gola con un coltello da caccia il fratello Fulvio a Borgo, ieri ha affrontato l’interrogatorio di convalida.
Di fronte ad un’accusa pesante come il tentato omicidio, l’indagato, assistito dall’avvocato Andrea Stefenelli, ha preferito non rispondere. La difesa preferisce affrontare l’interrogatorio in una seconda fase, quando il quadro probatorio sarà completo. Il giudice Marco La Ganga ha dunque convalidato l’arresto operato dai carabinieri di Borgo, dove Teddy Cipriani giovedì sera si era costituito dopo aver ferito il fratello con una coltellata al collo.
Il giudice, come richiesto dal pm Carmine Russo, ha disposto la custodia cautelare in carcere, unica misura in questa fase in grado di neutralizzare i rischi di reiterazione del reato.
Per la difesa la strada si annuncia in salita. La coltellata alla gola con un coltello da caccia ha prodotto una lesione lieve (è bastato infatti qualche punto di sutura) ma per l’accusa era idonea ad uccidere. Il nodo giuridico si concentra dunque sull’elemento psicologico: Teddy Cipriani attendeva sul portone di casa il fratello Fulvio Per uccidere? La difesa cercherà di dimostrare che non c’era questa volontà, ma l’accusa è convinta del contrario visto che l’indagato si è presentato dai carabinieri convinto di aver ucciso il fratello.
Resta da chiarire i movente di un’aggressione che si inserisce in un quadro di dissidi familiari e accuse reciproche. La vicenda ha imboccato i binari della giustizia penale quando Fulvio Cipriani nei mesi scorsi ha presentato due denunce per stalking che hanno dato origine ad altrettanti procedimenti penali.
Alla base dei contrasti ci sarebbero questioni di natura ereditaria seguite alla morte della madre dei fratelli Teddy e Fulvio Cipriani. Questioni all’apparenza banali, ma che hanno innescato un crescendo di liti e contrasti.
In passato c’era già stato un violento litigio tra i due fratelli: entrambi si accusavano ma solo Fulvio aveva poi sporto denuncia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, facendo deflagrare contrasti in famiglia mai sopiti, è stato l’avvio di un procedimento amministrativo da parte della Questura sollecitata dalla denuncia di Fulvio Cipriani. Sembra che l’ammonimento inviato a Teddy Cipriani abbia “incendiato” la rabbia di quest’ultimo che rischiava la sospensione della patente per 6-12 mesi. Una prospettiva disastrosa per una persona che fa il camionista e che dunque poteva perdere il lavoro. Esasperato, Teddy Cipriani avrebbe reagito nel modo più sbagliato: sferrando una coltellata che, se non fosse stata attutita dal collo del giaccone, avrebbe potuto essere letale.