Visita notturna a Castelvecchio: la direttrice critica Sgarbi e lui «cancella» il Mart veronese
L’aveva annunciato, promesso, messo nero su bianco ma alla fine ha cassato la sua stessa idea. Il funambolico presidente del Mart Vittorio Sgarbi, inventore del museo diffuso sul territorio per farne crescere l’appeal, ha dunque cancellato l’allargamento del polo roveretano a Verona. «Non ci sarà il Mart agli ex Magazzini generali. Idea nata con Farinetti negli spazi di Eataly, ma io con il Comune non ho più intenzione di fare nulla».
Ad annullare l’espansione pare sia stato l’«incidente» in occasione delle visita notturna a Castelvecchio. Insomma, come riporta «l’Arena» la filiale del Mart nel capoluogo scaligero non s’ha da fare. E ai giornalisti del quotidiano veronese Sgarbi l’ha detto chiaro e tondo: «Ci stavamo lavorando, ma finché sarò io il presidente del Mart non si farà mai. Quanto successo in settembre quando venni a sorpresa, alle 20.30, a Castelvecchio per visitare, fuori orario ma ero autorizzato dal sindaco Sboarina, una mostra non mi è piaciuto. Soprattutto il comportamento e quanto dichiarò poi sul fatto la direttrice dei musei Francesca Rossi e quindi per me il Mart qui non ci sarà».
Le opere ora custodite in corso Bettini, dunque, non arriveranno mai in Zai.
Lo scorso 11 settembre, il critico d’arte si era presentato all’uscio del palazzo in piazza Brà nonostante fosse chiuso. «Sono l’onorevole Vittorio Sgarbi, presidente del Mart: aprite!». E Castelvecchio spalancò le porte di sera per consentirgli di visionare una tela, il ritratto seicentesco di un bambino attribuito a Pasquale Ottino ma che per Sgarbi sarebbe invece di Alessandro Maganza. L’opera, esposta alla mostra «Bottega, scuola, accademia. La pittura a Verona dal 1570 alla peste del 1630», era ovviamente blindata dopo il grande furto del 2015 quando presero il volo 17 quadri. Da allora c’è un protocollo di sicurezza per entrare a Castelvecchio. E quella sera Sgarbi fece il diavolo a quattro per farsi aprire per una visita privata.
Sollevando un polverone visto che, per questa deroga, si deve far intervenire la polizia locale. E così, tra telefonate a direttore, sindaco e prefetto, alla fine Sgarbi il quadro poté ammirarlo. Con l’inevitabile codazzo di polemiche. Quel giorno, tra l’altro, il presidente del Mart aveva avuto a Verona anche un incontro con il sindaco Federico Sboarina, l’assessore alla cultura Francesca Briani, la direttrice Francesca Rossi, l’imprenditore di Eataly Oscar Farinetti e il direttore del Mart Gianfranco Maraniello.
«L’idea, nata con Farinetti, era di portare alcune opere del Mart, che ha un deposito di sedicimila tele, a Eataly. Si potrebbe fare ancora ma non con la collaborazione del Comune. - ha tuonato l’altro ieri Sgarbi - Quanto successo a Castelvecchio mi ha fatto recedere dall’idea di portare qui il Mart. Non volevo affatto disturbare, quella sera. Trovai un custode bravissimo che aprì, con l’autorizzazione del sindaco, ma poi certe dichiarazioni della direttrice Rossi non mi sono piaciute».
A meno di clamorosi dietrofront - in tal senso ci sta già lavorando il sindaco veneto - si può dire addio allo sconfinamento del Mart a Verona.