Il parto in casa finì male indagate le due ostetriche la bambina riportò danni gravissimi
Sono a processo a Trento con l’accusa di lesioni colpose gravissime i genitori della bimba nata nel settembre 2017 con un parto in casa, a seguito del quale la piccola aveva riportato gravi problemi di salute.
Insieme a loro sono finite a giudizio, con la medesima accusa, anche le due ostetriche di un’associazione privata che avevano seguito la gestante durante il travaglio. Una delle due ostetriche deve inoltre rispondere dell’accusa di falso, in relazione ad alcuni presunti orari scorretti che sarebbero stati riportati sulla cartella ostetrica.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, svolte dai carabinieri del Nas e coordinate dalla pm Alessandra Liverani, già diverse settimane prima del parto i genitori avevano saputo che la bimba si trovava in posizione podalica, circostanza che aveva indotto la ginecologa che seguiva la coppia a fissare un cesareo programmato per la fine di settembre. Ma a meno di 48 ore dalla data stabilita, la donna era entrata in travaglio e, sostiene l’accusa, avrebbe dovuto e potuto recarsi in ospedale.
Il parto si è invece svolto in casa, e i soccorsi - sempre secondo quanto ricostruito - erano stati chiamati solo dopo la nascita della piccola, che all’arrivo dei sanitari si presentava cianotica e in arresto cardiocircolatorio.
L’udienza prevista per questa mattina è stata rinviata: sono infatti state avviate le trattative con l’assicurazione di una delle due ostetriche per il risarcimento del danno - ancora da quantificare - subìto dalla piccola, per la quale, esclusivamente in relazione al procedimento, al momento è stato nominato un curatore speciale, costituitosi parte civile.