Truffe e concorso, Luisa Zappini ha risarcito L'ex dirigente della Cue vuole patteggiare Accordo con il pm dopo aver versato 45mila euro
Luisa Zappini, l’ex dirigente provinciale della Centrale unica di emergenza (Cue), ha risarcito la Provincia e l’Ordine delle professioni infermieristiche, che si erano costituite parte civile e ieri mattina ha chiesto di patteggiare sia per l’indagine sul concorso, poi annullato, per la copertura di un posto a tempo indeterminato per funzionario tecnico della nuova Cue che per le contestazioni di truffa aggravata per il presunto utilizzo indebito dei permessi previsti dalla legge 104 e peculato per il presunto uso dell’auto di servizio della centrale per viaggi privati.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Nicola Stolfi, ha infatti raggiunto un accordo con i pubblici ministeri Marco Gallina e Alessandra Liverani, per chiudere con con 1 anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa). Ora la parola passa al giudice Enrico Borrelli, che nella prossima udienza dovrà ratificare il patteggiamento. Altri quattro imputati - due stimati docenti e due ricercatori del Centro di ricerca Eledia - assistiti dagli avvocati Giampiero Mattei, Flavio Maria Bonazza e Roberto Bertuol - chiamati a rispondere di tentato abuso d’ufficio per il concorso annullato, ieri hanno invece chiesto il processo con rito abbreviato: tutti respingono le contestazioni.
Dunque, a due anni e mezzo dall’inizio dei guai giudiziari che l’hanno coinvolta, Zappini è decisa a chiudere questo capitolo con un patteggiamento (resta aperto un altro procedimento, ora in fase dibattimentale, per una presunta turbata libertà degli incanti per un incarico per la sicurezza in vista delle Universiadi 2013, dove è decisa a dimostrare di avere operato correttamente).
Due erano i filoni che coinvolgevano Luisa Zappini. Il primo, che nell’aprile del 2018 aveva portato agli arresti domiciliari dell’ex dirigente riguarda come detto l’uso dei permessi e dell’auto di servizio. In tutto la procura contestava 28 episodi di truffa aggravata e 22 di peculato. Nel primo caso, per l’accusa, Zappini non avrebbe usato i permessi per assistere un familiare ma per andare in vacanza (compreso il ?famoso? viaggio alle Maldive, al centro dell’interrogazione del consigliere provinciale Filippo Degasperi 5 Stelle che fece partire l’indagine), oppure sarebbe risultata in servizio quando era assente dall’ufficio per ragioni personali. C’erano poi le accuse che riguardavano l’uso dell’auto di servizio per scopi privati. Contestazioni, va detto, che Zappini ha sempre respinto, sostenendo che errori o sviste potessero esserci state, ma che certo non c’era la volontà di truffare piazza Dante.
Nell’estate 2017 era invece esplosa la “grana” del concorso, poi annullato, per funzionario tecnico della nuova Centrale unica dell’emergenza (un candidato escluso presentò un esposto e il consigliere provinciale Claudio Cia sollevò la questione di un possibile conflitto di interessi).
Per questo filone di indagine sono finiti nei guai in cinque. Oltre a Zappini, sono il coordinatore del Gruppo di ricerca di Eledia, Andrea Massa, di Genova e il trentino Paolo Rocca, membro del gruppo di ricerca; poi Fabrizio Robol, di Trento e Federico Viani, di Trento, rispettivamente primo e secondo classificato al concorso (entrambi, va detto, con curriculum di alto profilo).
Secondo l’accusa, si sarebbero accordati sui contenuti del bando: da qui l’accusa per tutti di tentato abuso d’ufficio in concorso. Contestazione che viene respinta con forza dagli imputati, i quali sostengono che le e-mail al centro del procedimento - ?lette? dall’accusa come una prova dell’accordo - si riferissero in realtà ad un altro progetto Europeo, nell’ambito del naturale rapporto scientifico che c’era tra Eledia e la Centrale unica.
Il processo in rito abbreviato sarà celebrato la prossima primavera.
Zappini, come detto, ha invece chiesto di patteggiare. Una scelta, come evidenzia l’avvocato Nicola Stolfi, dettata solo dalla volontà di voltare pagina e lasciarsi alle spalle questa vicenda. «Ma lei ribadisce la sua innocenza e la buona fede con cui ha agito», precisa il legale. Zappini, se arriverà il via libera del giudice, potrà chiudere con un anno e 6 mesi, pena sospesa.
«La vicenda è ben dimensionata rispetto a quella che sembrava la portata, anche mediatica, che aveva assunto», sottolinea con soddisfazione il legale.
Zappini, come detto, ha risarcito sia l’Ordine (alcuni esborsi erano finiti a carico dell’ex Ipasvi) che la Provincia. Rispetto alla somma, va detto, che il legale di piazza Dante in aula ha fatto presente che i loro ?conti? erano diversi. «Abbiamo fatto un’offerta risarcitoria seria e la procura della Repubblica l’ha ritenuta congrua e ha dato il suo assenso - osserva Stolfi - Ora sarà valutata dal giudice».