Coronavirus, la situazione in Italia ieri due nuove vittime, siamo a 7 Conte: "Forse un ospedale non a norma"
Sono sette le vittime in Italia per il coronavirus, sei in Lombardia e una in Veneto. E' morto ieri sera all'ospedale Sant'Anna di Como il paziente trasferito dal Lodigiano nel fine settimana risultato positivo al tampone sul Coronavirus. L'uomo, 62 anni, residente a Castiglione d'Adda, già dializzato, presentava una serie di importanti patologie croniche pregresse. Aveva contratto il Covid-19 ed era stato trasferito nell'ospedale comasca nella notte tra venerdì e sabato. Lo si apprende da fonti ospedaliere confermate dalla Regione.
Un'altra vittima di Castiglione d'Adda aveva 80 anni: è morto all'ospedale Sacco di Milano. Giovedì scorso era stato portato dal 118 all'ospedale di Lodi per un infarto, stesso giorno in cui era arrivato il 38enne che è stato il primo paziente risultato positivo al virus. L'ottantenne è stato ricoverato in rianimazione e poi, risultato positivo al virus, trasferito al Sacco di Milano dove è deceduto. In Lombardia i contagiati sono saliti a 172. In Veneto invece i casi confermati sono saliti a 32.
Un'altra vittima di ieri era residente a Caselle Landi, un centro di circa 1.500 abitanti della provincia di Lodi. L'uomo aveva 88 anni. Sempre ieri è morta una terza persona. Si tratta di un uomo di 84 anni che era ricoverato al Giovanni XXIII di Bergamo.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha reso noto che gli analisti delle malattie infettive dell'Ospedale Santorso di Vicenza "confermano che il paziente di Albettone, che secondo quanto dichiarato da lui stesso sarebbe stato a Codogno, è risultato negativo al test del coronavirus".
Un'altra vittima di ieri era residente a Caselle Landi, un centro di circa 1.500 abitanti della provincia di Lodi. L'uomo aveva 88 anni. Sempre ieri è morta una terza persona. Si tratta di un uomo di 84 anni che era ricoverato al Giovanni XXIII di Bergamo.
La Regione Lombardia ha smentito la morte della donna di Crema, data per deceduta da fonti ospedaliere degli Spedali civili di Brescia: "in merito alla notizia diffusa dagli organi di stampa in relazione ad una morte agli Spedali Civili di Brescia - spiega una nota della Regione stessa -, sentita la Direzione Sanitaria dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale, Regione Lombardia smentisce tale informazione, precisando che in tale struttura non si è verificato alcun decesso".
IL premier Conte ha ipotizzato ieri che il picco di epidemia in Italia sia dovuto a un errore iniziale di un ospedale "non a norma". "«Non prendiamo nulla sotto gamba altrimenti non avremmo adottato misure di estremo rigore. Non possiamo prevedere l’andamento del virus: c’è stato un focolaio e di lì si è diffusa anche per una gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi, e questo ha contribuito alla diffusione. Noi proseguiamo con massima cautela e rigore" ha detto Conte ieri sera.
Il capo della Protezione Civile Borrelli assicura: "Non c'è nessuno senza assistenza sanitaria e senza il supporto della protezione civile" e l'Italia "resta un Paese sicuro".
Sono stati dimessi gli otto italiani che, dopo essere stati rimpatriati dalla Cina il 9 febbraio scorso con un volo dell'Aeronautica militare per l'emergenza Coronavirus, hanno trascorso i quattordici giorni di isolamento nel policlinico militare di Roma del Celio. Arrivati in mattinata, i risultati degli ultimi tamponi, gli 8 sono stati dimessi. Cinque hanno già lasciato il policlinico militare, i restanti tre italiani andranno via domani.
Possibili disagi per i treni anche domani - Ancora non si hanno certezze su quando riprenderà la circolazione dei treni sulla linea Lodi Piacenza che è bloccata dalle 13.30 per controlli sanitari e "attività precauzionali" alla stazione di Casalpusterlengo, nella zona rossa del Coronavirus. "In via precauzionale - spiega Rfi in una nota -, l'offerta dei servizi di trasporto da domani, sarà ridotta, anche in funzione della domanda di trasporto prevista dalle imprese ferroviarie".
Non c'è invece invece nessun blocco al Brennero ed i treni oggi transitano regolarmente.
"Siamo profondamente preoccupati per l'improvviso aumento dei casi in Italia, Iran e Corea del Sud". Lo ha detto il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel suo briefing quotidiano sul coronavirus precisando che "al momento fuori dalla Cina ci sono 2074 casi in 28 Paesi e 23 morti".
"Dobbiamo contrarci sul contenimento e allo stesso tempo fare ogni cosa possibile per prepararci ad una potenziale pandemia", ha detto Ghebreyesus. "Ogni Paese deve fare le sue valutazioni a seconda del proprio contesto. Anche noi lo faremo, monitorando 24 ore la situazione", ha aggiunto, puntualizzando che "c'è necessità di misure cautelative, ma non di paura".
I ricercatori dell'Oms sono arrivati alla conclusione che "in Cina la diffusione del coronavirus ha raggiunto il suo picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio. E da allora ha cominciato a diminuire in maniera consistente". Lo ha detto il direttore dell'Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus nel suo briefing quotidiano aggiungendo che "i ricercatori non hanno riscontrato cambiamenti significativi nel Dna del coronavirus".
"Diversi comitati locali ci segnalano una truffa telefonica su finti volontari della #CroceRossa che propongono test domiciliari sul #Coronavirus. Vi informiamo che non è stato disposto alcun tipo di screening porta a porta e invitiamo tutti a fare attenzione". Lo spiega la Croce Rossa in tweet precisando poi che eventuali "casi sospetti devono essere alle autorità competenti. Per informazioni e chiarimenti, il nostro servizio 'Cri Per le Persone' 800.065510 è attivo H24".
"Proprio in ottemperanza alle disposizioni delle autorità italiane", da parte del Vaticano "alcuni eventi previsti per i prossimi giorni in luoghi chiusi e con afflusso rilevante di pubblico sono stati rinviati". Lo dice all'ANSA il direttore della Sala stampa della S.Sede, Matteo Bruni, con riferimento in particolare a un incontro sul card. Celso Costantini domani all'Urbaniana. E' stato inoltre deciso "di mettere dei dispenser con un igienizzante per le mani negli Uffici permessi per l'accesso allo Stato della Città del Vaticano".
Il Centro nazionale trapianti (Cnt) ha disposto test (tampone faringeo) per la ricerca del nuovo coronavirus su tutti i donatori di organi, tessuti o midollo nelle regioni con contagi da SarsCoV2 (Lombardia Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Trento). Considerando la rapida diffusione del SarsCoV2 nel nostro Paese, afferma il Cnt, "sebbene ad oggi non siano state documentate trasmissioni mediante donazione e il rischio non sia attualmente noto, il Cnt ha rafforzato le misure di prevenzione infettivologica".
Un coordinamento unico nazionale con le regioni e no a iniziative unilateriali: così il ministro della Salute, Roberto Speranza. "È indispensabile che ci sia un solo centro di coordinamento per la gestione dell'emergenza in cui siano pienamente coinvolte tutte le regioni e con la guida del nostro coordinamento scientifico. Così sta funzionando, come dimostrano le ordinanze firmate nella giornata di ieri. Non servono scelte unilaterali di singoli territori".
Lo sciopero di 24 ore del trasporto aereo previsto per domani è stato differito, fa sapere la Fit Cisl. La Commissione di garanzia sugli scioperi ha rivolto a causa dell'emergenza coronavirus "un fermo invito affinché non vengano effettuate astensioni collettive dal 25 febbraio al 31 marzo 2020". Lo stop è stato differito al 2 aprile 2020.
Nessun problema per magazzini supermarket - Nessun problema per le scorte di magazzino dei supermercati nel Lodigiano e nel Piacentino. Sono inoltre già state attivate consegne extra per rifornire i punti vendita: ad assicurarlp la vicepresidente di Confcommercio e numero uno della filiera alimentare (Confali) della confederazione, Donatella Prampolini, spiegando che "nel weekend sono stati sotto assedio e svuotati soprattutto i supermercati del Piacentino" ma "abbiamo riorganizzato i turni e le risorse di personale per far fronte all'emergenza anche per l'assenza obbligata dei dipendenti della 'zona rossa'".
Mauritius, bloccati passeggeri volo Italia - Alcuni dei passeggeri di un volo Alitalia, proveniente dall'Italia, sono stati bloccati all'aeroporto di Mauritius dopo lo sbarco: gli sarebbe stato richiesto di accettare un periodo di quarantena oppure di rientrare subito in Italia. Sui 300 passeggeri a bordo, non è stato permesso lo sbarco a quelli provenienti da Lombardia e Veneto. "In base a disposizioni delle autorità di Mauritius - fa sapere Alitalia in una nota -, non trasmesse alla compagnia prima dell'arrivo del volo, lo sbarco di 40 persone originanti da Lombardia e Veneto sarebbe stato condizionato a una messa in quarantena locale. Su richiesta degli stessi, ed in costante coordinamento con l'Unità di Crisi della Farnesina, Alitalia ne sta predisponendo il rientro immediato, nonostante nessuno di loro abbia dichiarato sintomi di qualsivoglia malessere".
Bloccato a Lione bus dall'Italia - Bloccato a Lione, nel sud della Francia, un bus proveniente dall'Italia settentrionale. E' quanto scrivono i media locali spiegando che lo stop del mezzo è scattato dopo che una passeggera ha chiamato la polizia, allarmata dalla "forte e anomala tosse" dell'autista del mezzo. I passeggeri del pullman della compagnia Flixbus, sottolinea il sito de Le Progres, sono stati bloccati intorno alle 7 all'autostazione di Perrache e al momento "restano confinati". L'autista del pullman, proveniente da Milano è stato caricato in ambulanza e ricoverato in ospedale per effettuare le necessarie analisi dopo i sospetti di coronavirus: è quanto scrive LyonMag. Con lui, aggiunge la stampa francese, sarebbe stato ricoverato anche un passeggero, anch'egli affetto da sintomi di influenza, anche se meno marcati rispetto a quelli dell'autista.
L'EUROPA - La Commissione Ue stanzia 230 milioni di euro per aiutare la lotta globale contro la diffusione del coronavirus, che andranno a supportare misure di preparazione dei Paesi, anche extra Ue, finanziare la ricerca e permettere l'acquisto di materiale per favorire la prevenzione: lo hanno annunciato i commissari europei alla salute e alla gestione delle crisi, Stella Kyriakides e Janez Lenarcic. E domani sarà mandata in Italia, "in accordo con le autorità italiane", una missione congiunta dell'Ecdc e dell'Oms. Negli ultimi giorni è stata "in regolare contatto" con il ministro della Salute Speranza. L'Italia ha preso "tutte le misure necessarie" per tracciare la diffusione del virus e prevenire ulteriori contagi, ha detto. "Voglio lodare la risposta rapida e professionale delle autorità italiane" nel contrastare la diffusione del coronavirus, "abbiamo una eccellente collaborazione con loro nel campo della protezione civile e sono sicuro che l'Italia abbia il personale competente e le strutture efficienti per rispondere in maniera ben coordinata" alla situazione, ha spiegato il commissario Ue Lenarčič.
RIUNIONE ALLA PROTEZIONE CIVILE - Il premier Giuseppe Conte nella sede del Dipartimento della Protezione Civile con i ministri degli Esteri Luigi di Maio e della Salute Roberto Speranza. Per il presidente del Consiglio, i rapporti dell'Italia con il resto dell'Unione Europea 'non cambiano'. La sorpresa di cui ha parlato Conte - ha spiegato il commissario per l'emergenza coronavirus Angelo Borrelli - "è nella rapidità con cui c'è stata l'impennata dei casi" ma la reazione del governo, del sistema sanitario e di quello della protezione civile "è stata immediata e tempestiva". "Noi italiani - ha aggiunto - passiamo come un paese di indisciplinati, ma siamo molto ordinati quando c'è da rispettare delle precauzioni che riguardano la salute di tutti".
NEL MONDO IL CONTAGIO SI ESPANDE - Il coronavirus ha toccato in Cina il picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio e ha cominciato poi a calare in maniera consistente: i ricercatori dell’Oms «non hanno riscontrato cambiamenti significativi nel Dna del coronavirus», ha notato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, che però ha sollecitato il mondo a prepararsi a scenari peggiori di fronte all’espandersi globale del contagio. «Dobbiamo concentrarci sul contenimento e allo stesso tempo fare ogni cosa possibile per prepararci ad una potenziale pandemia», ha ammesso ‘Dr Tedros’, citando quel termine tenuto a lungo nel cassetto.
«Ogni Paese deve fare le sue valutazioni a seconda del proprio contesto. Anche noi lo faremo, monitorando 24 ore la situazione», ha aggiunto, insistendo nel dire che «c’è necessità di misure cautelative, ma non di paura», e che al momento resta ancora «un’epidemia».
Quel che allarma però è la diffusione del contagio, che ha trovato seri focolai negli ultimi giorni. «Siamo profondamente preoccupati per l’improvviso aumento dei casi in Italia, Iran e Corea del Sud», ha affermato il numero uno dell’ Oms nel briefing quotidiano. «Al momento fuori dalla Cina ci sono 2.074 casi in 28 Paesi e 23 morti». In Cina, invece, ci sono 77.362 casi e 2.618 morti: il tasso di letalità stimato dall’Oms è «del 2-4% a Wuhan e dello 0,7% fuori Wuhan».
Del resto un primo segnale positivo è maturato quando sei province della Cina hanno abbassato il livello di emergenza sul coronavirus, portandolo da 1, il più alto, a 2 o a 3: si tratta di Gansu, Liaoning, Guizhou, Yunnan, Shanxi (un pilastro della produzione di carbone) e Guangdong (la prima per export in Cina). La mossa segue l’invito di domenica del presidente Xi Jinping di un «ritorno ordinato» alle attività lavorative e produttive, malgrado oggi sia stato ufficializzato il rinvio della sessione parlamentare del 5 marzo per scongiurare il rischio d’epidemia.
In Italia i contagi sfiorano quota 230 (con 6 morti) e in Corea del Sud, con gli altri 70 casi confermati, il totale è di 833 (con 7 vittime), il numero più consistente fuori dalla Cina.
In Iran, invece, la situazione appare incerta al punto che è diventato un caso il bilancio dei decessi salito ad almeno 50 nella sola città di Qom, in base a un dispaccio dell’agenzia semi-ufficiale Isna, poi smentito dal governo che ha drasticamente ridotto i numeri. L’ultimo dato fornito dalle autorità di Teheran ha portato infatti a 61 il numero ufficiale dei contagiati dal coronavirus a fronte di morti fermi sempre a 12. Anche un deputato di Qom aveva parlato stamattina di almeno 50 morti solo nella sua città, accusando le autorità di «non dire la verità» sulla situazione che si sta profilando.
Alcuni funzionari pubblici iraniani, tra cui due parlamentari appena eletti nel voto di venerdì scorso, sono risultati positivi ai test e ricoverati subito in ospedale. Si tratta di due deputati di Rasht, nella provincia settentrionale di Gilan, Ali Aghazadeh e Mohammadali Ramezani. Quest’ultimo, in particolare, è segnalato in condizioni critiche.