Virus, una domenica "diversa" per i fedeli, ecco le disposizioni dell'Arcivescovo Lauro Tisi
Oggi, i fedeli che andranno a Messa in tutto il Trentino troveranno le nuove disposizioni dell’Arcidiocesi di Trento a seguito dell’emergenza coronavirus.
Ferme restando le precedenti disposizioni, l’arcivescovo Tisi ha ribadito che i riti liturgici devono essere celebrati rispettando la regola della distanza di almeno un metro tra le persone presenti, prendendo gli opportuni provvedimenti perché questo sia possibile.
Sono dispensate dal precetto di partecipare di persona alla Messa festiva - e quindi sono invitate a non recarsi in chiesa - le persone anziane, coloro che presentano sintomi di malattia, in particolare febbre, tosse o congiuntivite e le persone “affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita”.
Essi - viene precisato dalla Diocesi - possono unirsi alla preghiera della Chiesa attraverso le trasmissioni parrocchiali, radiofoniche o televisive e accedendo alla “comunione spirituale”.
La celebrazione del sacramento della penitenza è possibile nella forma individuale, prevedendo che il confessore riceva il penitente esclusivamente in sacrestia (o in altro locale adatto, eventualmente anche all’interno dell’oratorio o della canonica), dove sia possibile rispettare una distanza interpersonale di almeno un metro e garantire la necessaria riservatezza. I penitenti devono attendere il proprio turno senza assieparsi.
Il vescovo venerdìi ha intanto rivolto ai fedeli un accorato appello. Si intitola “Dalla paura alle opportunità contagiose”, la lettera (e videomessaggio) che invita a una “responsabilità collettiva”. In un momento così delicato, Lauro Tisi suggerisce di porre particolare cura alle relazioni familiari. «La convivenza, per certi aspetti forzata - scrive nelle lettera - aiuti a riscoprire il dono di un tempo adeguato nel rapporto di coppia e tra genitori e figli». L’invito a tutte le comunità è di intensificare la preghiera.
Ricorda poi che anche l’Arcidiocesi di Trento, nel pieno rispetto delle indicazioni delle autorità sanitarie, ha deciso infatti di limitare le proprie attività alle sole Messe (feriali, festive e funerali), seppure con alcuni vincoli (ad esempio la rinuncia allo scambio della pace e la comunione solo nel palmo della mano), rinviando ogni appuntamento che comporti la presenza nello stesso luogo di più di 15 persone. Affinché la drastica riduzione delle attività diocesane, non affievolisca il senso di appartenenza alla vita comunitaria, il vescovo propone ai parroci e alla comunità di presidiare nella maniera più opportuna l’ambito della solidarietà.
«La nuova emergenza sanitaria - si legge nella lettera - non cancella, infatti, i poveri di sempre. Si trovino le forme più adeguate per garantire i servizi caritativi di prima necessità (pacchi viveri, pasti caldi, riparo notturno) nel rispetto delle indicazioni sanitarie dettate dall’emergenza».
C’è l’invito alle comunità parrocchiali a individuare modalità di sostegno ai genitori che per ovvie esigenze lavorative non possono accudire i figli, rimasti a casa per via della chiusura forzate delle scuole.
L’impossibilità di organizzare momenti di incontro pubblico ha imposto la sospensione di alcuni appuntamenti diocesani in calendario nel mese di marzo.
Si cercherà, assicura la curia, di proporre alcuni di questi appuntamenti, a porte chiuse, e via web.
«Il tempo di questa forzata “quarantena” - è l’auspicio del vescovo - sia per tutti anche l’occasione per ritrovare momenti personali di approfondimento, giornalistico e culturale, attraverso l’adeguata scelta di fonti qualificate siano esse letture, film, trasmissioni televisive, siti web e canali social.”