«Chi ha un infarto, per paura del virus resta a casa ma così rischia di più»
«Non venire in ospedale in questi giorni quando si accuano i sintomi di un infarto, di uno scompenso cardiaco o di un'aritmia è assurdo, perché questa paura del contagio da coronavirus può essere molto rischiosa, se non fatale». Maurizio Del Greco, primario di cardiologia al Santa Maria del Carmine di Rovereto, non usa mezze parole proprio perché vuole far capire in modo chiaro ai trentini che non ricorrere alle cure in caso di patologie cardiache significa compromettere anche in modo serio la propria situazione.
Gli accessi per questo tipo di urgenze sono calati in modo drastico dall'inizio dell'emergenza, ma non si tratta di un dato positivo come lo può essere per tutti quei codici bianchi o verdi del pronto soccorso. «In ospedale ci sono percorsi "puliti" che consentono di accedere ai nostri ambulatori in sicurezza». E la squadra del reparto ha fatto qualcosa in più, istituendo un servizio di teleconculenza cardiologica dedicata ai pazienti, ai medici di medicina generale e a quelli degli ospedali periferici. Il contatto può avvenire: telefonicamente al numero 0464 404039 (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16), via mail per i medici scrivendo a cardiologiarovereto@apss.tn.it (specificando i dati del paziente così da poter vedere la documentazione clinica online; eventualmente nome, cognome e numero di telefono per essere richiamati). Via mail per i pazienti scrivendo a telecardiologiarovereto@apss.tn.it (eventualmente lasciando nome, cognome e numero di telefono se si vuole essere richiamati).
Medici ed infermieri del reparto, grazie al sistema informatico, possono vedere tutte le cartelle cliniche del paziente ed incrociano queste informazioni con i dati che il paziente stesso può fornire (parametri come la pressione, il battito o altro). Per ogni caso viene quindi fatta una valutazione e consigliato il da farsi: l’accesso in ospedale tramite un percorso cosiddetto pulito (sicuro), approfondimenti da fare in seguito o altro. L'importante è non sottovalutare i sintomi e, nel dubbio, contattare il reparto.