Nicolò, la forza di un piccolo guerriero Nato al S. Chiara il giorno della festa del papà Pesava solo 1 chilo 560 grammi: ora sta bene
Ci sono guerrieri, in questi giorni bui, che danno la forza di pensare che sì, andrà tutto bene. Ci sono guerrieri come Nicolò Vincenzo Amedeo che, quando è nato, pesava 1.560 grammi. Un batuffolo che racconta la tenacia dirompente della vita.
Oggi Nicolò sta bene e punta dritto ai due chili di peso, che gli consentiranno di lasciare l’ospedale di Rovereto, dove si trova ora e tornare a casa insieme a mamma Elisa Vescovi, 30 anni, di Tiarno di Sopra, educatrice all’istituto Gardascuola di Arco e a papà Giuseppe Bafundi, 38 anni, di Redecesio, frazione di Segrate, che invece lavoraavora come magazziniere in una ditta di materiale elettrico, la Wimex di Milano.
Nicolò, per questa giovane coppia, è stato un dono del cielo. Nella testa di Elisa il ricordo del giorno in cui ha scoperto di essere incinta è ancora nitido: «Era ottobre, si sposava una mia amica e l’ho accompagnata alla prova dell’abito, quando dall’App mi è arrivata la segnalazione dei 40 giorni di “ritardo”. Ho fatto subito il test, era mezzogiorno in punto e sono comparse due belle linee».
La prima visita è con il suo ginecologo, Giovanni Gorga, di Rovereto. Poi, ragioni organizzative, la portano a seguire il Percorso nascita presso l’ospedale di Arco: «Mi sono trovata benissimo». Dagli esami, però, arriva un campanello d’allarme.
La villocentesi esclude problemi e annuncia l’arrivo di un maschietto.
Ma la serenità dura poco. Servono altri approfondimenti diagnostici. L’ospedale di Rovereto, anche in vista di un parto che si preannuncia difficile, la manda al S.Chiara, dove c’è la terapia intensiva neonatale: «Qui - dice - mi hanno affidato ad una dottoressa bravissima, Paola Daniela Morelli, che con chiarezza ci ha spiegato la situazione». Nicolò è piccino e va monitorato: «Dal 24 febbraio una visita in settimana a Trento». Intanto, in Lombardia, dove il suo compagno sta durante la settimane e lavora, l’emergenza Coronavirus si mostra già in tutta la sua drammaticità: «Lui ha subito adottato tutte le precauzioni, per me e il bambino e per un mese non ci siamo visti». Gli abbracci e le carezze trattenute, sono il modo per declinare l’amore.
Nel frattempo la gravidanza va avanti. Il termine dovrebbe essere il 18 aprile. Ma l’11 marzo, dopo una visita di controllo, Elisa viene ricoverata all’ospedale S.Chiara. «Dovevo essere monitorata e nel reparto di ostetricia, nonostante l’emergenza in corso, sono stati tutti eccezionali, sempre disponibili e sorridenti», sottolinea. L’obiettivo è fare crescere i polmoni di Nicolò e allontanare il momento del parto, che avverrà con taglio cesareo per evitare di mettere in pericolo il bimbo. «Ho partorito il 19 marzo e, neanche avesse sentito il papà, che ama il numero 8, perché ricorda l’infinito, è nato alle 14.38, nel giorno della festa del papà e quando Giuseppe festeggia il suo onomastico».
Le restrizioni imposte dall’emergenza tengono lontani i nonni e gli amici: ci sono per fortuna foto e videochiamate. Il “regalo” è la visita di un’ora concessa al papà, che può vedere il suo Nicolò Vincenzo (come il papà di Giuseppe) Amedeo (il nome del nonno di Elisa).
Il piccolo, che pesa 1.560 grammi, viene accolto nel reparto di patologia neonatale. «L’ostetrica Luana, dopo la nascita, ha voluto fargli una foto, perché ero senza occhiali, per farmelo vedere: questo è l’amore di queste persone. L’altra ostetrica, Annalisa, mi ha aiutata ad alzarmi e vestirmi bene: ?Dai, forza, mi diceva. Devi andare dal tuo Nicolò, che è stato un guerriero, che è il tuo supereroe».
Il 23 marzo viene dimessa e può restare al S.Chiara negli alloggi madre: «Sono stati gentilissimi». Per ragioni organizzative, legate al Covid 19, il 27 marzo le viene chiesto di trasferirsi all’ospedale di Rovereto, con il suo Nicolò: «Sta bene, ma dobbiamo aspettare che raggiunga i 2 chili».
A Rovereto, come a Trento, ha trovato empatia e grande umanità. «Anche qui - dice - sono tutti carinissimi».
Ma prima di partire Elisa ha scritto un cartellone per medici, infermieri, oss e personale delle pulizie: «Un grazie speciale alle persone di cuore di questo reparto che mi hanno accudita, sostenuta con amore e allegria in questo periodo per tutti delicato. In particolare: Barbara Burlon, Paola Daniela Morelli, Irene Alberi, Francesca Dalprà, Barbara Endrizzi, Luana Stenico, Annalisa De Angelis, Marika Ferrari, Michela Pedrini, Veronica Balestro, Ylenia Tirrito, Enrica Lorenzato, Stella Pierno, Beatrice Rovetta, Daniela Savoi, Silvia Orlandi, Chiara Paoli, Elisa De Simone, Elisabetta Pennoni, Carmen Zanol, Lina, Maritza, Rosanna, Nadia Oss, Nicole Brisco». In fondo le firme: Elisa, Giuseppe e Nicolò Vincenzo Amedeo, il guerriero.