Due mascherine a testa per tutti: saranno distribuite dai pompieri che le porteranno a casa dei trentini
“Abbiamo programmato la distribuzione delle mascherine a tutti i trentini già dai prossimi giorni perché quando ci sarà la riapertura delle attività serviranno per uscire di casa”. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa il capo della Protezione civile trentina, Raffaele De Col.
“Le distribuiremo - ha aggiunto - tramite i vigili del fuoco volontari che decideranno in ogni comune le modalità per farlo. Sarà distribuita una busta con due mascherine per persona e sarà messa nella buca delle lettere o consegnata al domicilio senza alcun contatto con la persona interessata. Queste consegne si ripeteranno finché le mascherine non saranno reperibili sul mercato da parte di tutti”.
La Provincia può contare sulla disponibilitò di un milione di mascherine. Sono arrivate ieri alle 17.30 in punto alla sede della Protezione civile trentina, in via Di Vittorio, nella zona industriale di Lavis. Stivate in un camion dell’Eurobrico (Gruppo Paterno) arrivato dall’aeroporto della Malpensa a Milano, dove le ha caricate dopo le operazioni doganali che avevano impegnato la mattinata (completate all’Interporto di Trento nel pomeriggio).
Le mascherine avevano raggiunto l’Italia ieri mattina alle 5, a bordo di un aereo cargo partito da Shanghai, in Cina. Si tratta di una dozzina di bancali scaricati in un quarto d’ora da un muletto della Protezione civile e stoccati subito nei capannoni della Provincia. Sono mascherine chirurgiche, prodotte da un’unica azienda della zona di Shanghai, di colore blu, certificate con marchio «Ce», monouso, tre veli, estraibili, in confezioni da 50. Sugli scatoloni, accanto ai numeri del volo aereo e scritte in ideogrammi cinesi, la dicitura in inglese «face mask». «Sono destinate all’Azienda sanitaria trentina, al personale in prima linea, e alla Protezione civile», spiega Mirco Paterno, della direzione del Gruppo di famiglia, regista dell’operazione.
«Importarle è stato possibile - aggiunge - grazie ai nostri contatti logistici in Cina, da dove importiamo abitualmente prodotti per i nostri negozi, come arredo giardino, fornelli, condizionatori e sistemi di riscaldamento».
In questi giorni i punti vendita Eurobrico sono aperti, con limitazione alla vendita dei prodotti considerati essenziali, come ferramenta, elettricità, colori, cibo per animali, settore auto. A seguire le pratiche di importazione e la logistica, Gianpiero Passamani, dirigente del Gruppo Paterno ed ex consigliere provinciale: «Abbiamo utilizzato i nostri canali collaudati, con l’aiuto anche del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. In Cina abbiamo le nostre squadre logistiche che lavorano a pieno regime per noi. La difficoltà è stata trovare il volo aereo per trasportare la merce». Non è la prima né l’ultima importazione di mascherine sanitarie organizzata dal Gruppo Paterno, con quartier generale in Valsugana: «Nelle scorse settimane ci eravamo subito attivati - spiega ancora Mirco Paterno - per portare in Trentino, dalla Cina, centomila mascherine filtranti FFP2 e forniture di camici e sovracamici. Scorte arrivate con piccoli carichi, dalla Germania e anche negli aeroporti di Venezia e Bergamo, dove siamo andati a recuperarle con i nostri mezzi, per consegnarle sempre all’azienda sanitaria di Trento».
Il Gruppo Paterno ha anticipato il costo del materiale, che verrà poi saldato dall’Azienda sanitaria. «I cinesi hanno aumentato di un 20-30% il costo delle mascherine rispetto a quando non erano così richieste. Trasportarle via nave sarebbe costato un terzo in meno, ma ci sarebbero voluti 40 giorni». E per la settimana prossima è previsto l’arrivo di un altro carico, sempre da un milione di mascherine chirurgiche, ma ci saranno anche tute impermeabili per il personale sanitario.
Il direttore dell'Azienda sanitaria, Paolo Bordon, riguardo alle mascherine a disposizione degli operatori sanitari oggi ha spiegato: "Abbiamo 800mila mascherine chirurgiche, anche se ne consumiamo 30mila al giorno, e 300mila Ffp2 per gli operatori sanitari e 2000 Ffp3 per le rianimazioni, mentre mancano i camici, per questi stiamo ancora navigando a vista".