L'accusa del sindaco di Arco Ma quali cifre? A me risulta che i morti siano il doppio»
Il sindaco di Arco Alessandro Betta ha inviato ufficialmente ieri alla Provincia e all’Azienda sanitaria la richiesta di «una campagna tamponi su tutta la cittadinanza arcense o iniziative simili - scrive testualmente il primo cittadino - al fine di verificare l’effettivo espandersi dell’epidemia e avere in mano dati precisi e significativi che permettano di conoscere quanti soggetti positivi al Covid 19 ci siamo, magari molti dei quali asintomatici». «Il nostro può diventare un territorio si studio per capire cosa è successo e affrontare un’eventuale ritorno della malattia in un secondo momento».
La richiesta ufficiale di Betta (inviata a Fugatti, Segnana, direttore generale dell’Azienda Paolo Bordon e al consiglio provinciale, dopo averla condivisa con tutta la giunta) parte dall’analisi dei dati statistici forniti dall’ufficio anagrafe del Comune. Dati impietosi e tragici, numeri e grafici che certificano come Arco sia tra i territori più colpiti in assoluto dalla pandemia Covid-19, anche per la massiccia presenza di strutture sanitarie ma non solo probabilmente. Tra marzo e aprile del 2019 vi erano stati in totale 60 decessi di cui 19 residenti effettivi del territorio comunale. Nello stesso periodo di quest’anno (e aprile deve ancora finire) i morti sono stati ben 161: 85 a marzo (contro i 34 dell’anno scorso), 76 fino adesso nel mese di aprile (erano stati 26 dodici mesi fa). E i residenti scomparsi sono stati 84. Complessivamente dall’inizio dell’anno i morti sono stati 229, l’anno scorso furono 149 da gennaio ad aprile. E tra i residenti si è passati nello stesso lasso di tempo da 72 a 117.
«I dati mostrano un’impennata drastica - incalza il sindaco Betta - rispetto peraltro a un trend che negli ultimi dieci anni non avverte particolari oscillazioni. I dati ufficiali della Provincia parlano di 31 decessi causa Covid di residenti ad Arco ma allora è evidente che vi è una chiara discrasia o quantomeno c’è la necessità di fare chiarezza perché rispetto ai dati forniti in realtà sono più del doppio».
«Mi sembra chiaro - aggiunge Betta - che i dati forniti sono sbagliati e non di poco. E non credo nemmeno che siano sbagliati solo quelli di Arco dove i deceduti causa Covid sono quasi sicuramente di più».
Dai dati e dall’incertezza che regna sui numeri la richiesta alla Provincia di prendere Arco come «caso di studio»: «Dobbiamo provare a ragionare in prospettiva - incalza il sindaco - e prepararci alle fasi future. E credo che una campagna con tamponi o iniziative sanitarie simili possano anche aiutare la cittadinanza a ritrovare la serenità persa, anche in vista della cosiddetta fase 2».
L’ipotesi di una campagna di tamponi a tappeto per tutta la popolazione di Arco ha trovato però già ieri sera il freno a mano tirato da parte della Provincia: «La richiesta del sindaco Betta è comprensibile - ha osservato il dottor Giancarlo Ruscitti, dirigente del dipartimento sanità della Provincia - E anche alcune considerazioni sono condivisibili in relazione al numero dei casi di positività registrati in quella zona negli ultimi due mesi. Ma dal punto di vista epidemiologico non ha una logica andare a testare un intero comune che, se togliamo i casi delle Rsa, ha un numero di casi inferiore a quello dei cinque Comuni dove abbiamo avviato alcune indagini. Sarà più interessante semmai nel momento in cui potremo fare le indagini sierologiche».