Parla Mariagrazia Zanella l'interprete in lingua dei segni delle conferenze stampa Pat
Dal 9 marzo il volto di Mariagrazia Zanella è comparso tutti i giorni a fianco del presidente Maurizio Fugatti durante la diretta del pomeriggio: è lei l’interprete che traduce in Lis, per le oltre 500 persone della comunità sordi trentina, l’aggiornamento quotidiano sull’emergenza covid-19. Così si è diventati un po’ tutti più familiari con la Lis e il suo è diventato un volto amico e conosciuto. Un’occasione anche per scoprire che la Lis - la lingua dei segni italiana - da oltre trent’anni attende di essere riconosciuta come lingua dall’Italia, ultimo Paese europeo a dover ancora fare questo passo che permetterebbe anche l’accessibilità e l’autonomia delle persone sorde a tutti i tipi di servizi.
L’avventura mediatica di Mariagrazia, dipendente dell’Ente nazionale sordi e nella vita facilitatrice alla comunicazione e all’integrazione scolastica, è iniziata il 9 marzo scorso: una telefonata dalla segreteria dell’Ens le chiedeva la disponibilità per un servizio urgente alla conferenza stampa provinciale, l’orario sarebbe stato definito un’ora prima dell’inizio del servizio. «Ho dato la mia disponibilità pensando che fosse un’occasione molto importante - spiega Zanella - per i sordi - che in genere sono piuttosto emarginati dall’informazione quotidiana. Perchè se è vero che ormai le reti nazionali danno un servizio di traduzione su alcuni telegiornali, che sono comunque sempre molto brevi e succinti, la notizia in diretta era una possibilità preclusa ai sordi». Un’ora di preavviso, si diceva, non proprio la situazione ideale per un’interprete: «Sì il preavviso così basso è stato l’aspetto più delicato oltre a tutti i neologismi e un linguaggio specifico legato all’emergenza che non fa parte della quotidianità. Normalmente nel nostro servizio abbiamo bisogno di sapere più informazioni possibili, poi quel 9 marzo si è parlato di un disegno di legge, quindi ho visto il testo prima. Poi ho iniziato a guardare i servizi fatti dai miei colleghi alla protezione civile di Roma e tutto il materiale possibile. Questo per le prime settimane, che sono state intense, con un bell’impegno, poi tutto si è semplificato e ora c’è anche una mia collega che mi sostituisce nel fine settimana, Francesca De Carli, che ringrazio».
L’avventura alla conferenza stampa quotidiana, diventata un momento centrale della giornata dei trentini, è stata una girandola di emozioni anche per chi con professionalità sullo schermo appare perfettamente calmo: «Emotivamente è stato molto impegnativo - racconta Mariagrazia Zanella - proprio per il desiderio di trasmettere al meglio informazioni così importanti e la responsabilità che porta con sé. Ringrazio le colleghe e la stessa presidente dell’Ens, che sono state disponibili a feedback dopo le dirette, e anche persone sorde che mi hanno dato suggerimenti e incoraggiamento». Zanella ha imparato la Lis per motivazioni personali e poi è diventata il suo lavoro: «Ci vuole una forte motivazione - spiega, sfatando un’altra falsa convinzione sulla Lis che la vuole semplice da imparare - è in realtà una lingua complessa, bisogna amare la lingua e frequentare la comunità sorda per poterla esercitare e per avere più risultati. Il mio percorso non è un percorso tradizionale in questo senso: quando ho iniziato io vent’anni fa non c’erano video, ora i materiali sono di più».