«Se non mi arrestate la uccido» Il 72enne ora in cella per tentato omicidio aveva il divieto di avvicinarsi all'ex moglie
Le forbici per l'agguato in ospedale le aveva portate da casa
Doveva stare distante dall’ex moglie, evitando anche i luoghi da lei frequentati: il settantaduenne arrestato domenica per tentato omicidio aveva il divieto di avvicinamento alla donna, misura cautelare a cui era stato sottoposto dopo ripetuti episodi di violenza fisica e verbale. Domenica pomeriggio il pensionato è partito da casa, a Mori, con la scusa di far visita ad un parente ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento.
Sapeva che lì avrebbe visto la donna da cui era separato circa tre anni fa. L’incontro infatti c’è stato. Erano circa le 16 quando l’ha incrociata sul corridoio del reparto di ortopedia. Vedendo che stava parlando con un’altra persona avrebbe fatto finta di nulla, come raccontano i testimoni. Poi sarebbe tornato sui suoi passi e, avvicinandosi alla donna, l’ha spinta a terra. La vittima era a carponi quando l’uomo le si è avventato sopra e, con un paio di forbici che si era portato da casa, l’ha colpita al collo.
«Sembrava che la stesse strangolando» ha riferito una delle persone presenti all’aggressione. La reazione della ex moglie e l’immediato intervento del personale sanitario hanno messo fine alla violenza. La vittima è stata subito medicata, mentre l’uomo allontanato in un corridoio e tenuto d’occhio dagli infermieri fino all’arrivo della pattuglia. «Arrestatemi sennò la uccido» ha detto ai carabinieri del radiomobile, non appena li ha visti arrivare in reparto. Poi ha iniziato a blaterare frasi sconnesse, dettate dall’agitazione del momento, alludendo anche a problemi con la casa, alla paura che la moglie potesse portargli via l’appartamento.
Il settantenne è stato accompagnato in caserma, dove in serata sono stati sentiti anche i testimoni dell’episodio. Dall’ospedale Santa Chiara era intanto arrivato il referto della vittima, che ha 51 anni: 15 giorni la prognosi di guarigione per le ferite al collo e per i tagli alle braccia, che testimoniano il tentativo di difendersi dall’aggressione con le forbici.
Il pensionato si trova in carcere a Spini con l’accusa di tentato omicidio. Ieri è stato convalidato l'arresto e confermata la misura cautelare. L’agguato era probabilmente premeditato, dato che le forbici con cui ha ferito la ex le aveva portate con sé da casa.
L’uomo era già finito altre volte nei guai, sia per atti persecutori sia per episodi che sono tuttora al vaglio della procura di Rovereto. La ex moglie era diventata per lui una ”fissazione”: nonostante la storia fosse finita da anni, non è mai riuscito a stare lontano da lei. Il suo avvicinarsi, tuttavia, non nasceva dal desiderio di riconciliazione: l’uomo la seguiva con intento provocatorio, la minacciava, le incuteva paura. Una volta l’ha attesa sotto casa e “puntata” con l’auto rischiando di investirla: davanti ai carabinieri ha dato colpa a un guasto (non ben precisato) al mezzo.
Nell’aprile dello scorso anno era andato fino a Riva del Garda per pedinarla e minacciarla: viste anche le pregresse denunce per maltrattamenti e percosse, era finito ai domiciliari. Forse il pensionato non si è mai rassegnato al fatto che la donna lo avesse cancellato dalla sua vita. E mentre lo arrestavano il pensiero è andato sempre a lei, alla ex moglie: «Ora mi porta via la casa» ha detto aggiungendo frasi confuse. Così come erano sconclusionati i concetti che affidava al suo profilo Facebook, ricordando i 22 anni di matrimonio passati insieme e il tempo perduto.