Covid: rientri extra Ue, dubbi sulla quarantena che intanto viene estesa a Romania e Bulgaria Confusione sull'interpretazione per gli stranieri
Una persona residente in Trentino vi ritorna dopo essere stata in un Paese non dell’Unione Europea, non presenta sintomi e non è entrata in contatto con nessun infetto: può tornare subito a lavorare com’è scritto nel documento sul sito del Ministero degli esteri - e come viene confermato dal Ministero della salute al numero telefonico 1.500 dedicato all’emergenza Covid - oppure deve stare 14 giorni a casa in isolamento volontario come sostengono all’Ufficio igiene pubblica dell’Azienza sanitaria trentina? Secondo loro, infatti, le norme «vanno interpretate», espressione usata dalla dottoressa dell’ufficio alle prese col caso di una donna bielorussa.
Insomma: in Trentino valgono le norme nazionali oppure bisogna seguirne di particolari?
Il documento sul sito del Ministero degli esteri s’intitola «Focus: cittadini italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia». Al punto 4 - «quali sono le eccezioni all’obbligo di isolamento fiduciario» - si dice che l’obbligo di isolamento fiduciario non si applica, tra gli altri, a «chi entra per comprovati motivi di lavoro, se è cittadino o residente» in Italia (tra molti altri Paesi).
Ma cosa vuol dire «comprovati motivi di lavoro»? Il problema, suggerisce la dottoressa Mariagrazia Zuccali, è tutto qui. Zuccali è la dirigente del Servizio igiene e sanità pubblica del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale e spiega come l’Azienda si stia comportando riguardo ai rientri, alla luce dei decreti che si sono succeduti in questi mesi.
Alla nostra osservazione che la norma presentata sul sito del Ministero sembra contraddire la procedura seguita in Trentino, la dottoressa Zuccali precisa: «Noi non abbiamo mai fatto appello a una norma trentina, ma sempre considerato valido quanto stabilito dal Decreto del presidente del Consiglio: un decreto più volte rinnovato, che procrastina fino alla fine di luglio l’obbligo della quarantena per chi rientri dall’estero. Un’interpretazione condivisa a livello interregionale nelle riunioni alle quali io stessa ho partecipato: la quarantena, abbiamo convenuto, dev’essere rispettata da parte di chi rientri da Paesi al di fuori dell’Unione Europea o dell’Area Schengen».
Attenzione, prosegue Mariagrazia Zuccali, perché «l’autoisolamento noi lo applichiamo anche agli italiani, ovviamente».
La dirigente del Servizio igiene e sanità pubblica sostiene che «comprovati motivi di lavoro» sono «solo quelli degli operatori sanitari» che una volta rientrati in Italia «hanno dovuto prendere servizio immediatamente». La “via preferenziale” - niente autoisolamento - è scattata per loro e per il cosiddetto “personale viaggiante” (assistenti di volo, hostess, autisti di tir; lavoratori di questo tipo).
«Qualcuno ci deve spiegare quali sono i comprovati motivi lavorativi», afferma con decisione la dottoressa Zuccali, «la differenza la fanno i “comprovati motivi”. Tutti gli altri hanno dovuto sottostare alla quarantena di 15 giorni: se lavoratori, con un certificato da parte del curante. Lo stesso certificato redatto per tutte le persone che mettiamo in isolamento fiduciario: i familiari di un positivo, ad esempio».
Questo modo di procedere «è conosciuto dai titolari degli alberghi e da tutte le imprese. È una tutela importante», insiste Zuccali, «che dobbiamo rispettare anche alla luce dei recenti, nuovi focolai. Non possiamo esporci a rischi. Le badanti, tanto per fare un esempio, le mettiamo a San Cristoforo per la quarantena se qui da noi hanno il domicilio soltanto presso l’anziano per il quale lavorano».
Intanto in Italia i focolai estivi di Covid-19 sempre più diffusi preoccupano le autorità e l’Istituto superiore di sanità (Iss) certifica nel suo monitoraggio settimanale che «persiste una trasmissione diffusa del virus» e che in 6 regioni l’Rt - l’indice di trasmissione - è superiore alla soglia di allarme di 1, mentre la media nazionale è di 0,95. Le regioni sono Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Sotto osservazione in particolare i contagi di ritorno: il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza per la quarantena all’arrivo di chi negli ultimi 14 giorni è stato in Romania e Bulgaria. Per la prima volta due Paesi dell’Unione europea vengono esclusi dal regime di libera circolazione. E preoccupano anche i focolai ‘estivì per i possibili assembramenti nelle località di villeggiatura: dopo il caso-Capri il sindaco di Ponza Francesco Ferraiuolo, dove si registra un incremento del 50% dei turisti, oltre ad avere imposto l’uso della mascherina dove non si può garantire il distanziamento sociale chiede regole ad hoc per le isole.
Il numero di nuovi casi di infezione rimane, comunque, nel complesso contenuto, secondo il report Iss-Ministero della Salute sul periodo 13-19 luglio. Ma l’età mediana dei casi diagnosticati in quella settimana è ormai intorno ai 40 anni, sempre più bassa, lontana dai 61 anni di media dei primi tempi.
«Il virus non è sconfitto e continua a circolare. Per questo occorre ancora prudenza e attenzione», ha detto Speranza, che dell’ordinanza dice «è una misura già vigente per tutti i Paesi extra Eu ed extra Schengen». La Romania in particolare è uno dei principali focolai delle ultime settimane: ieri due badanti romene positive tornate in pullman dal loro Paese sono state messe in quarantena a Roma.
Speranza ha incontrato il collega degli Esteri, Luigi Di Maio, per una verifica del quadro epidemiologico internazionale.
In Italia la curva del coronavirus ieri è tornata a scendere dopo due giorni di crescita, con i nuovi casi schizzati dai 129 del 21 luglio ai 306 di ieri. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 252 nuovi positivi. In calo la Lombardia (53 infettati individuati contro gli 82 di ieri), superata dall’Emilia Romagna con 63 nuovi casi. Anche il Veneto in crescita con 30 casi, ma sono poche le regioni che sfuggono ai focolai o ai contagi di ritorno: oggi a zero casi solo Valle d’Aosta e Basilicata. Il numero totale delle persone colpite da Covid-19 sale così a 245.590, secondo i dati del ministero della Salute. In calo il numero dei decessi: 5 contro i 10 di ieri, uno dei valori più bassi di sempre.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato l’ordinanza che fissa l’avvio delle lezioni per l’anno scolastico il 14 settembre. La data vale per tutte le scuole dell’infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo di istruzione appartenenti al sistema nazionale di istruzione, compresi i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, su tutto il territorio nazionale. Le Regioni adotteranno le determinazioni di propria competenza in materia di calendario scolastico, ferma restando la necessità di effettuare almeno 200 giorni di lezione.
In Campania infine il governatore Vincenzo De Luca ha varato un provvedimento che prevede mille euro di multa per il mancato uso della mascherina. Blocco dei mezzi pubblici (bus e treni) se a bordo vi è un passeggero privo di protezione, che sarà multato e fatto scendere. Massimo della sanzione per chiunque non la indossi dove già previsto dalle ordinanze regionali, ossia in tutti i luoghi al chiuso.