L'Azienda Sanitaria prepara l'inverno: ordine di 30 mila «test rapidi» per separare Covid da inflluenza
Come faremo quando arriveranno i primi acciacchi di stagione o i casi di influenza, a capire, in tempi rapidi, se ci troviamo davanti ad un caso di Covid o ad un altro tipo di virus? Il tempo per ottenere una diagnosi, anche per riuscire a contenere la diffusione, è determinante.
Per questo l’Azienda sanitaria ha messo le mani avanti ordinando 30 mila nuovi tamponi rapidi in grado di fornire una risposta attendibile nel giro di mezz’ora. Si tratta appunto di test antigeni, cosiddetti rapidi: in sintesi servono a identificare nelle secrezioni naso-faringee le proteine che compongono la struttura del SARS CoV-2. A differenza degli altri, quelli tradizionali per capirci, richiedono meno tempo per offrire una risposta ritenuta comunque attendibile.
Secondo una prima stima ne serviranno centinaia al giorno per una durata di tre mesi, salvo poi procedere ad un nuovo ordine.
«Inizialmente erano prodotti da una sola azienda - spiega il direttore del Laboratorio di microbiologia di Trento, Paolo Lanzafame - e ne avevamo acquistato un primo lotto di 10 mila pezzi che stiamo testando nei vari Pronto soccorso e sui sintomatici nei drive-through (gli esami effettuati dal finestrino delle auto, ndr). In caso di positività viene effettuato un tradizionale tampone per la conferma. Ora ci sono più ditte che li producono e dunque è stata indetta una gara».
Nel bando dell’Azienda sanitaria viene spiegato che l’acquisto ha l’obiettivo di «consentire un’analisi differenziale delle sindromi influenzali rispetto a quelle da Covid Sars-2 che ragionevolmente si manifesteranno dall’inizio del periodo autunnale». Convisibile - si legge ancora - «quanto rappresentato dal Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia in merito e confermato dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione, posto che seppur rimanendo il test molecolare l’unico test indicato e approvato dall’ OMS a questo scopo, oggi sono disponibili sul mercato test rapidi che individuano gli antigeni presenti sulla superficie del virus: questi test, grazie alla rapidità e semplicità di esecuzione, possono rappresentare un valido supporto diagnostico in particolare in alcuni setting, considerato che le caratteristiche qualitative presentate negli studi disponibili dimostrano un’ottima sensibilità e concordanza con i test molecolari per le cariche virali medio/alte (10000 copie di RNA) ed una elevatissima specificità».
Le condizioni per ottenere l’aggiudicazione della gara prevede - per la ditta - la consegna di 30 mila test entro il 15 settembre. Il costo è stimato in 1.196.000 euro. Le regole della gara prevedono che l’Apss, in caso di bisogno possa raddoppiare la richiesta di questi prodotti o dimezzarla. Il contratto inoltre può essere rinnovato per due volte per un periodo pari a tre mesi ciascuno.
Evidente che questo tipo di tampone servirà là dove è utile una diagnosi il più possibile tempestiva. Questo ovviamente riguarda sia le Rsa, ma anche le scuole e i luoghi di lavoro, ovvero tutti quegli ambienti dove la cerchia dei contatti va chiusa in breve tempo per evitare la propagazione del virus.
Ovviamente di pari passo l’Azienda sanitaria trentina ha già avviato tutte le procedure per l’acquisto continuo di lotti di tamponi tradizionali che continuano ad essere, per il momento, quelli che garantiscono la maggiore attendibilità sulla presenza o meno del virus nell’organismo di un soggetto. Il tutto in attesa delle novità del mercato che sta “sfornando” nuovi prodotti in tempi decisamente rapidi.