Assembramenti: a Trento stop di otto giorni per il Caffè 34
L'impennata di contagi in città ha portato anche a un immediato pugno duro anche per quel che riguarda gli assembramenti nei locali, soprattutto da parte di giovani e giovanissimi.
Gli agenti della polizia amministrativa della questura del capoluogo hanno apposto i sigilli al Caffè 34, sotto ai portici di casa Crivelli Bellesini, in piazza Duomo.
Le pattuglie hanno dato esecuzione all'ordinanza del questore di Trento Claudio Cracovia con la quale è stata disposta la sospensione dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande del locale per otto giorni.
Già nei giorni scorsi i vertici della Provincia avevano fatto capire che la situazione della "movida" era costantemente sotto controllo e che i provvedimenti non avrebbero tardato ad arrivare.
La sospensione dell'attività del Caffè 34 è stata adottata - si spiega chiaramente nella nota diramata dalla questura - principalmente per il «mancato rispetto delle disposizioni di contenimento e gestione dell'emergenza sanitaria da Covid-19, in un complessivo contesto che evidenzia come l'esercizio funga da catalizzatore e da punto di riferimento di persone che apertamente violano misure di prioritaria importanza, poste a tutela dell'ordinato svolgimento della vita sociale e della sicurezza pubblica, intesa nella sua più ampia accezione».
Insomma, in troppi non rispettavano distanze e obbligo dell'impiego di gel e mascherine.
Il locale è comunque finito nel mirino anche per altre irregolarita, a partire da quella di vendita di alcol a minori: la sospensione è stata adottata, infatti, anche a seguito di ripetuti episodi «situazioni di disturbo alla pubblica quiete, dovute in particolare allo svolgimento di attività sonore oltre gli orari consentiti e alla presenza di giovani, tra cui diversi minori attirati dalla somministrazione di alcolici e reiterate sanzioni di natura sia amministrativa che penale contestate all'esercente ed al personale dipendente per mancata esposizione del divieto di fumo, per diffusione sonora oltre i limiti e gli orari consentiti nonché per somministrazione di alcolici a minori di anni 18 e di anni 16», ha spiegato ancora la questura, che ha evidenziato come «numerose» siano state le «segnalazioni e richieste di intervento per schiamazzi perduranti sino al primo mattino, per rissa, per un episodio di intimidazione e minacce a danno dei dipendenti di una limitrofa struttura ricettiva».