I «test rapidi» in farmacia primo incontro, ma per farli servirà un infermiere
Nelle farmacie del Trentino potrebbero venire effettuati i test antigenici rapidi, per soggetti sintomatici in particolare di età scolare, anche se le difficoltà applicative sono molte: ad esempio servirebbe un infermiere per ogni farmacia per poterli fare.
E’ una delle novità emerse stamani, nel corso di un incontro fra i vertici di Federfarma Trento e di Farmacie Comunali di Trento, con l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, il dirigente generale del Dipartimento Giancarlo Ruscitti, il direttore generale facente funzioni dell’Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo e il direttore del Dipartimento di prevenzione Antonio Ferro.
L’ipotesi di accordo a cui sta lavorando l’Assessorato provinciale, che ha incontrato una prima disponibilità dei vertici del mondo delle farmacie, è proprio quella di individuare una modalità per effettuare questi tamponi rapidi, che consentono di dare una risposta in tempi estremamente veloci e, soprattutto per i genitori di bambini in età scolare, di distinguere sintomatologie influenzali da positività al Covid-19.
Come illustrato dal direttore Benetollo, i tamponi rapidi dovrebbero essere effettuati da infermieri opportunamente formati dall’Azienda sanitaria e dotati dei dispositivi di protezione individuale adeguati, alla farmacia il compito di individuare il luogo e di gestire le modalità di accesso, nonché la sanificazione degli spazi. Il tutto basandosi su un protocollo informatico che gestisca una procedura univoca fra farmacie e Apss.
A margine dell’incontro si è anche discusso delle vaccinazioni antinfluenzali e dell’intesa sottoscritta alcuni giorni fa a Roma fra gli assessori alla sanità delle regioni e province autonome italiane con il Ministero della salute: con questo accordo si impegna il Ministero ad acquistare una certa quota di vaccini, in modo tale da permettere alle regioni e alle province autonome di cedere una quota minima dell’1,5% dei vaccini antinfluenzali, nella loro disponibilità, al circuito delle farmacie, da destinare ai pazienti che non rientrano nelle categorie che hanno diritto alla gratuità. Come chiarito dai vertici dell’Assessorato provinciale ai referenti delle farmacie, si è in attesa che il Ministero formalizzi questo impegno.