Da Fugatti a Confindustria: il ciclone mafioso sul porfido svela un Trentino a rischio
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, rivolge un sincero «grazie» alle Forze dell’ordine per l’operazione condotta ieri - come risultato di una articolata attività investigativa sviluppatasi fra Trentino e Calabria - contro le infiltrazioni della ‘Ndrangheta in settori dell’economia provinciale.
«L’esigenza di combattere i corpi estranei che cercano di penetrare il tessuto, sano, della nostra economia, è tanto più forte in situazioni di crisi come questa. È un dato di fatto che nei momenti di debolezza anche i sistemi più robusti prestino maggiormente il fianco ad intrusioni malevole. Ma proprio come nell’organismo umano, anche negli organismi sociali gli anticorpi possono entrare in gioco e respingere le intrusioni.
Tutta la società trentina deve sentirsi impegnata in questa battaglia, a fianco delle Forze dell’ordine e della Magistratura», afferma Fugatti in una nota.
FRACCARO: DA ANNI DENUNCIAMO - «Da anni abbiamo denunciato la presenza, ramificata e pervasiva, della ‘Ndrangheta in Trentino - Alto Adige. Ora queste nostre denunce hanno trovato riscontro: grazie alle forze dell’ordine per aver portato a termine una lunga e complessa operazione per smantellare queste infiltrazioni mafiose nel territorio. È un giorno di riscatto per il Trentino che riconquista un nuovo, importante margine di legalità». Lo dichiara il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
«Già a partire dalla fine del 2016 - aggiunge - era stato depositato un esposto da parte del M5S e del Coordinamento Lavoro Porfido sulla presenza della ‘Ndrangheta nel settore delle cave. Le indagini, che sono partite già nel 2017 e si concentrano sui reati di associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso, hanno confermato in pieno i nostri sospetti svelando la fitta rete costruita dalla criminalità che operava in particolare nella Val di Cembra. L’Intreccio mafioso, imprenditoriale e politico debellato dai Ros e dai carabinieri ha stretto in una morsa un intero comparto, quello dei lavoratori del porfido, che è stato abbandonato da tutti tranne che dal M5S. Per molto tempo ci siamo battuti contro un sistema criminale che ha atrofizzato il nostro tessuto produttivo», spiega Fraccaro.
«Le infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel territorio si sono sempre più radicate a causa di una connivenza a vari livelli che spetterà alla magistratura accertare fino in fondo. Oggi esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per questa indagine grazie alla quale il Trentino si libera da una presenza criminale nefasta e asfissiante. Sarà fondamentale continuare a vigilare per garantire trasparenza e legalità e per impedire - conclude Fraccaro - che i nostri territori siano preda degli appetiti criminali».
CONFINDUSTRIA: LE IMPRESE PARTE LESA - «Esprimiamo profondo sconcerto per le vicende portate alla luce dalla complessa attività investigativa delle forze dell’ordine che è confluita nell’operazione odierna. Insieme a tutta la comunità trentina, le imprese che operano nel pieno rispetto della legalità sono esse stessa parte lesa degli affari illeciti dei soggetti individuati». Così in una nota il presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana, e il presidente della Sezione Porfido Simone Caresia.
«Un plauso dunque agli inquirenti che hanno condotto questa vasta indagine, insieme alla riconoscenza di tutti i nostri imprenditori, che devono potere operare in un contesto incontaminato», conclude la nota.
I SINDACATI - «I risultati dell’indagine condotta dalla Procura di Trento sul radicamento di interessi e affari economici riconducibili all’Ndrangheta nel comparto del porfido delinea un quadro sconcertante e molto pericoloso. Serve il massimo impegno da parte delle forze dell’ordine, ma anche delle istituzioni e della comunità per circoscrivere ed eliminare questi fenomeni che mettono a rischio l’economia trentina, che impongono anche una pesante ipoteca sui meccanismi di rappresentanza democratica nella nostra comunità». Lo dicono, in una nota congiunta, i segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino.
«In questa situazione è difficile sostenere che il Trentino sia immune dai traffici illeciti: dall’indagine emerge un’organizzazione radicata e strutturata sul territorio. La preoccupazione a questo punto è che fenomeni di questo tipo possano allargarsi ulteriormente trovando terreno fertile anche nelle condizioni di difficoltà in cui versano diverse imprese a causa della crisi», affermano i segretari provinciali, ringraziando la Procura e le forze dell’ordine per il lavoro svolto.
FUTURA: LA PROVINCIA AGISCA - «La Provincia di Trento affronti con rigore il pericolo delle infiltrazioni mafiose nell’economia trentina». Lo afferma in una nota il gruppo consiliare di Futura.
«L’operazione investigativa in corso - si legge in una nota - conferma che il Trentino non è ‘mafia-freè, che non si può e non si deve abbassare la guardia. Proprio mentre va in commissione un disegno di legge della giunta sui canoni di concessione, chiediamo a Fugatti di coinvolgere tutto il Consiglio provinciale nel tenere la barra dritta e procedere con atti legislativi e amministrativi di assoluta trasparenza e vigilanza rispetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, evitando normative poco chiare che incentivino gestioni illegali nelle imprese o nei contratti di appalto».
COPPOLA: UN VERO TRAUMA - I Verdi del Trentino «pur nel profondo sconcerto e nel rammarico di sapere il proprio territorio inquinato dalla presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso, di cui da tempo in Val di Cembra si segnalava la presenza, plaudono all’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, che sono intervenuti a seguito di indagini approfondite». Lo riporta una nota firmata dalla portavoce provinciale Lucia Coppola.
«È davvero traumatico per il Trentino, terra considerata di legalità e di solidi valori, scoprire politici e amministratori locali indagati per voto di scambio e associazione di stampo mafioso. Confidiamo in indagini approfondite che permettano di sconfiggere ed estirpare completamente questo fenomeno dal nostro territorio tutelando i lavoratori e i cittadini onesti delle comunità coinvolte», scrive Coppola.
PACCHER: NON ABBASSARE LA GUARDIA - «Quanto emerso riguardo a infiltrazioni mafiose nel nostro territorio conferma la necessità di tutti, cittadini e forze dell’ordine, di non abbassare l’attenzione, monitorando e segnalando comportamenti sospetti. Un particolare ringraziamento alle forze dell’ordine che in questi anni hanno svolto le indagini». Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, commentando l’operazione Perfido.
«Il Consiglio regionale Trentino Alto Adige - Südtirol ha approvato recentemente un ordine del giorno che prevede la realizzazione di un Osservatorio anche nella nostra regione sulla criminalità», osserva Paccher il quale sottolinea che occorre «tenere alta la guardia, rimanendo fedeli alle nostre tradizioni, ai nostri valori, ai nostri riferimenti culturali sono i migliori anticorpi per impedire a comportamenti malavitosi di radicarsi nella nostra terra».